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Tendenze

BlueBay Asset Management: i temi di investimento ESG nel 2021

Dopo un anno senza precedenti come il 2020, in cui la pandemia innescata dal Covid-19 ha rimodellato il modo in cui operano le economie mondiali, accelerando alcuni trend esistenti e facendone nascere di nuovi, anche nel 2021 continueranno a persistere alcuni elementi anomali e a consolidarsi alcune tendenze. Tra queste la crescita degli investimenti ESG verso i quali una maggiore consapevolezza degli investitori contribuirà a incrementare i flussi di raccolta.

E è questa l’opinione di My-Ling Ngo, Head of ESG Investment, BlueBay Asset Management, una società di asset management controllata dalla Royal Bank of Canada, focalizzata sulla gestione attiva nel fixed income. BlueBay, che ha un patrimonio gestito di oltre 60 miliardi di euro, considera i fattori ESG come parte del suo framework di gestione dei rischi di investimento, applicabile a tutti gli asset gestiti. La società di asset management, oltre ad aderire agli UN PRI (UN Principles for Responsible Investment) dal 2013, partecipa a diverse iniziative a favore degli investimenti sostenibili tra cui CDP (Carbon Disclosure Project), Climate Action 100+ e Task Force on Climate Related Financial Disclosures (TCFD). La società adotta una serie di approcci di investimento ESG, che spaziano dall’integrazione dei fattori ESG, all’engagement, allo screening ESG e al proxy voting.

Secondo l’Head of ESG investment di BlueBay anche nel 2021, il Covid-19 resterà il fattore dominante che influenzerà le notizie, i mercati e le nostre vite. E lo stesso varrà anche per gli investimenti ESG, che insieme a altri fattori, continueranno ad accrescre il loro peso nei portafogli degli investitori e sui mercati. Ecco i 3 principali temi e trend da monitorare nel 2021 all’interno degli investimenti ESG, secondo Ngo, Head of ESG Investment, BlueBay Asset Management.

1. L’ascesa delle “2 D” – Dati & Disclosure

Nel 2021 probabilmente vedremo una maggiore enfasi sulla spinta regolamentare a livello ESG, che a nostro avviso potrebbe portare a una “greenification” del sistema finanziario. Ciò renderà necessario l’accesso a maggiori dati, ottenuti in modo trasparente, accelerando ulteriormente questo trend. La discussione sui dati infatti continuerà e probabilmente si concentrerà su disponibilità, tempestività, comparabilità e qualità.

My-Ling Ngo

Ci aspettiamo che le società che raccolgono, interpretano e diffondono i dati siano destinate a essere messe sotto più attento esame nel 2021. Ciò impatterà anche sulle aziende che gestiscono rating e punteggi ESG, così come su chi si occupa di sviluppare gli standard di disclosure.

Ci aspettiamo quindi che il ruolo della tecnologia (big data, intelligenza artificiale, dati geo-spaziali) acquisirà una nuova e maggiore importanza.

2. Il fattore “E” si espanderà, ma anche la “S” e la “G” resteranno in focus

Il fattore “G” (Governance) è sempre stato importante, ma quest’anno potremmo vedere una maggiore enfasi sulla stewardship, che imporrà agli investitori di svolgere il proprio ruolo per facilitare un futuro più giusto e sostenibile.

In modo simile anche la “S” (Social) resterà in focus: la pandemia ha fatto emergere questioni legate alla parità di diritti, così come alla salute e al benessere. Ci aspettiamo che nel 2021 vedremo un aggiustamento, con i datori di lavoro che sperimenteranno nuovi modelli flessibili. Inoltre, a nostro avviso, gli sforzi dovranno necessariamente aumentare anche nella gestione della giustizia sociale e della disuguaglianza, in modo più strategico, via via che i diritti umani prenderanno il centro della scena.

Infine, per quanto riguarda il fattore “E” (Environment), nel 2021 ci aspettiamo di vedere maggiori impegni verso l’obiettivo emissioni zero, via via che le organizzazioni si allineeranno agli Accordi di Parigi. La pandemia ha portato al rinvio della 26° Conferenza delle Nazioni Unite sui Cambiamenti Climatici, che si terrà a novembre 2021. Con la prospettiva di un’Amministrazione USA più favorevole ai cambiamenti climatici sotto la guida di Joe Biden, c’è una rinnovata fiducia nel fatto che la maggiore economia mondiale rientrerà negli Accordi di Parigi e riporterà gli USA sulla strada verso la riduzione delle emissioni.

Ci aspettiamo anche una maggiore enfasi sui cambiamenti nell’uso del suolo, espandendo il focus sulle questioni ambientali al di là dell’energia e dei trasporti. Con tale espansione, ci aspettiamo una maggiore attività sui temi natura e biodiversità e sul concetto delle soluzioni naturali legate alla questione delle commodity sostenibili. 

Un altro concetto ambientale messo in evidenza dal coronavirus e da monitorare nel 2021 è quello dell’economia circolare e dell’efficienza delle risorse. Il Covid-19 ha portato a una riduzione notevole dei consumi, dimostrando alla società che è possibile consumare meno ed essere comunque soddisfatti, dando maggior valore alla natura e ai beni immateriali. 

3. L’attenzione ESG nel fixed-income diventerà mainstream

Sebbene i principi ESG siano stati gradualmente incorporati nelle varie asset class, al di là dell’azionario, riteniamo che il 2021 probabilmente sarà l’anno in cui i mercati obbligazionari prenderanno il centro della scena.

Gli sforzi di engagement si sono estesi al di là degli emittenti corporate a quelli sovrani e alle municipalità nel corso del 2020, e ci possiamo aspettare un ulteriore ampliamento. I mercati obbligazionari ESG continueranno a crescere, via via che l’innovazione contribuirà ad allineare emittenti e investitori nei loro obiettivi di sostenibilità. Sebbene le emissioni guidate dai proventi, come i green, social e sustainability bond, continueranno a giocare un ruolo essenziale, prevediamo che le obbligazioni legate alla sostenibilità in fase di sviluppo amplieranno il set di opportunità, permettendo un’espansione delle tipologie di emittenti che possono prendervi parte.

La pandemia ha dato slancio al mercato dei social bond e ciò probabilmente continuerà nel 2021, in tandem con gli sforzi per gestire le questioni sanitarie e di welfare. Nel 2021 probabilmente vedremo anche un maggiore dibattito su cosa si potrebbe fare per promuovere il supporto del mondo della finanza alla transizione energetica. Ci possiamo aspettare anche una diversificazione legata a una maggiore partecipazione da parte degli emittenti nei mercati emergenti, ma anche alla più variegata qualità del credito, con il coinvolgimento di un numero maggiore di aziende sub-investment grade.

Conclusioni

Sebbene permanga incertezza su come si svilupperà il 2021, tutti i fattori suggeriscono che gli investimenti ESG dovrebbero continuare beneficiare dello slancio. La pandemia ha decisamente intaccato la scusa “è troppo difficile”, poiché il mondo ci ha mostrato cosa è possibile fare di fronte a una minaccia esistenziale, in termini di ritmo e di portata del cambiamento. Crediamo che la sfida ora sarà quella di garantire dati, strumenti e framework adatti per realizzare azioni tangibili.