Fondi ESG

Lyxor: in un ottimo anno per i fondi attivi azionari, quelli ESG sono la stella emergente

I gestori sono stati messi a dura prova nel 2020, un anno particolarmente burrascoso per i mercati, ma hanno superato la sfida con successo. Nei 12 mesi alle spalle, la maggior parte dei fondi attivi ha sovraperformato i propri benchmark in quasi tutte le categorie azionarie. In particolare il 66% dei gestori azionari europei large cap ha battuto il proprio benchmark e l’80% dei gestori azionari europei small cap ha fatto meglio del riferimento. In questo scenario la stella emergente sono stati i fondi ESG che hanno garantito in media un ritorno superiore dell’1,4% rispetto alla media comparabile dell’universo non sostenibile.

Questi dati emergono dall’ultima edizione dell’Active-Passive Navigator di Lyxor ETF, un report frutto del dipartimento di Lyxor ETF Research and Solutions che fornisce un’analisi approfondita della performance di 13.000 fondi attivi domiciliati in Europa (che rappresentano 2,3 trilioni di euro di asset), rispetto ai loro indici di riferimento, e valuta i principali trend che influenzano la performance del mercato globale e incidono sulla generazione di alpha.

La pandemia e la successiva risposta dei governi hanno creato un contesto senza precedenti sui mercati finanziari. Il crollo delle borse a marzo, seguito dalla rapida ripresa a “V”, ha generato un’impressionante oscillazione dello S&P, rimbalzato del 51% dai minimi. Il netto aumento della volatilità, in media al 27% per i mercati azionari, e della dispersione, tra singole società, settori e nazioni, salita del 50%, hanno creato notevoli rischi, ma anche opportunità.

I fondi azionari

Il 2020 sarà ricordato come un anno eccezionale per i gestori di fondi attivi. Lyxor ETF Research ha rilevato che i loro rendimenti relativi nel 2020 hanno superato quelli del 2019 nell’85% di tutte le asset class.

“La capacità di generare performance superiori da parte dei gestori attivi è data dalla combinazione di abilità e delle opportunità. Queste ultime lo scorso anno non sono mancate per chi ha saputo trovare le occasioni create dalla forte dispersione e dalla rotazione settoriale che ha generato un differenziale del 74% tra il comparto dell’energia (-40%) a favore della tecnologia (+33,6%)” ha osservato Vincent Denoiseux, Head of ETF Research and Solutions di Lyxor Asset Management.

Il segmento di prodotti gestiti con risultati migliori rispetto ai benchmarck è stato soprattutto quello dei fondi specializzati in small cap, area dove ci sono maggiori possibilità di scoprire chicche nascoste, perché non tutte le piccole società sono ben coperte dalla ricerca, inoltre i titoli a minore capitalizzazione non rientrano nell’orizzonte di investimento di una parte dei fondi. Sulle large cap, invece, è più difficile trovare un titolo sottovalutato visto che è un segmento più efficiente e quindi è meno facile battere l’indice.

I fondi ESG

Il 2020 è stato l’anno dell’ascesa dei fondi ESG, in un contesto in cui gli ETF ESG hanno rappresentato più della metà degli afflussi totali nel mercato europeo degli ETF.

In tutte le asset class coperte dall’analisi, i fondi ESG hanno sovraperformato i loro pari lo scorso anno, con un rendimento medio dell’1,4% superiore rispetto alla media dei loro equivalenti.

Diverse solo le ragioni di questo successo. Innanzitutto i prodotti ESG nel 2020 hanno sovrappesato il settore tecnologico e sottopesato quello dell’oil&gas beneficiando della rotazione settoriale che ha caratterizzato il 2020. Ma il fattore più incisivo è che selezionano titoli di società generalmente ben gestite e più resilienti agli shock, di “migliore qualità” che sono andate meglio dei competitor durante la crisi.

I fondi ESG compaiono anche tra i 5 migliori performer sul mercato Usa del 2020, considerando settori o stili di gestione.

Nonostante la crescita di flussi e valori, Lyxor non ritiene si possa temere un effetto bolla sui fondi ESG o sui loro asset in portafoglio. Un elemento positivo da tenere in considerazione In prospettiva è la diversificazione degli stili di gestione e delle strategie tra quelli che per esempio si basano sulle esclusioni, quelli attivi, quelli passivi e anche gli indici di riferimento sono diversi. Questo porta a una varietà dei portafogli che non fa temere un effetto inflattivo sui fondi ESG.

Inoltre, attraverso l’attività di stewardship, i fondi ESG spesso hanno un impatto positivo sulle società in cui investono, migliorandone la qualità e la performance e riducendo il rischio di sovraffollamento degli investimenti su un limitato numero di aziende sostenibili.

I fondi obbligazionari

Il 2020 ha visto una performance più contrastante da parte dei gestori attivi obbligazionari, molti dei quali hanno faticato a tenere il passo con l’impressionante rally obbligazionario provocato dalle banche centrali o con l’incessante compressione degli spread creditizi. I gestori del debito dei mercati emergenti si sono distinti, con il 69% dei fondi che ha sovraperformato il proprio benchmark. Hanno aumentato costantemente il rischio dopo il primo trimestre e si sono spostati verso una qualità inferiore delle obbligazioni, arbitrando le tendenze divergenti dell’inflazione e degli stimoli nei mercati emergenti. Al contrario, gli investitori si sono trovati meglio con i prodotti passivi nei mercati obbligazionari High Yield, poiché solo il 29% dei gestori di fondi High Yield negli Stati Uniti ha sovraperformato il benchmark, ostacolati dall’aggressivo restringimento degli spread che ha ridotto la dispersione e da un’eccessiva prudenza.

Le prospettive

La generazione di alpha uniforme nel lungo periodo rimane, tuttavia, più complessa. Lo studio di Lyxor ha rilevato che solo il 12% dei gestori azionari globali ha sovreaperformato i propri benchmark sia nel 2019 che nel 2020, mentre solo il 9% dei fondi azionari globali large cap ha sovraperformato su un orizzonte di dieci anni, dimostrando che l’impressionante rally verificatosi sui mercati azionari globali nel corso dell’ultimo decennio è stato difficile da sfruttare per la maggior parte dei gestori.

“I gestori azionari attivi nel 2020 hanno, nel complesso, saputo brillantemente proteggere i portafogli nelle fasi di forti turbolenze di mercato. Tuttavia”, rileva Denoiseux, “tenuto conto della loro difficoltà nel generare alpha nel lungo termine, gli investitori che scelgono la gestione attiva devono essere agili e reattivi nella gestione dei loro portafogli, scegliendo gestori attivi in grado di cogliere rapidamente l’evoluzione dei mercati. Per gli investitori meno tattici e che guardano ad un’allocazione di portafoglio a lungo termine, gli ETF rappresentano una scelta solida e valida”.

Jean-Baptiste Berthon, Senior Cross-Asset Strategist di Lyxor Asset Management, ha aggiunto: “Mentre i fondamentali macroeconomici si normalizzeranno nel 2021, le condizioni dei mercati rimarranno atipiche. La sequenza delle riprese regionali e settoriali, la navigazione tra asset cari e affollati, con poche coperture di portafoglio affidabili e incertezze persistenti, non faciliteranno il lavoro dei gestori attivi. La dispersione degli asset e l’emergere di temi d’investimento più diversificati dovrebbero sostenere l’alpha proveniente da una selezione bottom-up, ma la generazione di alpha proveniente dal market-timing sarà più difficile da gestire e cruciale. Le combinazioni di investimenti attivi e passivi richiederanno una maggiore selettività, a seconda della forza dei motori degli asset e dei loro rischi di inversione”.