Analisi ShareAction

ShareAction: gestori europei in testa su questioni ESG, ma gli italiani in fondo alla classifica

I maggiori gestori patrimoniali del mondo non stanno facendo abbastanza per affrontare le sfide umanitarie e le più gravi crisi naturali. È quanto emerge da un rapporto pubblicato da ShareAction – Point of No Returns (Punto di non ritorno). Nello studio, l’organizzazione non governativa stila una classifica sul profilo di sostenibilità dei 77 principali gestori patrimoniali, che in totale controllano oltre 77.000 miliardi di dollari di asset in gestione.

Fanalino di coda nelle pratiche ESG dagli asset manager è ancora una volta la biodiversità, che non viene tenuta nella giusta considerazione dai gestori nei processi di investimento. Meglio le questioni sociali, della governance e della stewardship. Il tema climatico è invece sottostimato, soprattutto nel caso dei gestori statunitensi. Quanto alle discrepanze geografiche, dall’analisi di ShareAction emerge che l’Europa va meglio del resto del mondo, ma gli italiani considerati non occupano buone posizioni in classifica.

Le performance dei gestori

Secondo l’analisi di ShareAction, solo quattro gestori patrimoniali hanno ricevuto un voto AA o A per il loro approccio agli investimenti responsabili, mentre il 35% delle società di gestione valutate ha ricevuto un voto D o E. I quattro gestori più virtuosi sono Robeco (AA), BNP Paribas AM (A), Aviva Investors (A) e Legal & general IM (A), sebbene nessuno di loro abbia ricevuto il voto AAA a dimostrazione del fatto che ci sono ancora margini di miglioramento. 

I 4 migliori gestori a livello globale

Fonte: ShareAction, febbraio 2023.

Al di là delle società che hanno ottenuto un buon punteggio, il rapporto evidenzia che più di due terzi dei gestori intervistati hanno ricevuto un rating CCC o peggiore. Come si vede in figura, dei 77 asset manager totali, 16 hanno ottenuto un punteggio D, più di 10 quello E, 12 il punteggio C e altri 15 circa i punteggi CC e CCC. 

Numero di gestori patrimoniali in ciascuna fascia di rating

Fonte: ShareAction, febbraio 2023.

La migliore performance complessiva individuata da ShareAction è quella della società di gestione olandese Robeco, unica ad ottenere il voto AA. Robeco, infatti, ha ricevuto i punteggi più alti per la governance e la stewardship e si è posizionato tra i primi sei in tutte e tre le sezioni tematiche: clima, biodiversità e questioni sociali. Anche BNP Paribas AM è tra i primi 10 gestori e ha ottenuto il punteggio combinato più alto in tutte e tre le sezioni tematiche. Altri cinque gestori patrimoniali che hanno ottenuto un buon punteggio e si sono piazzati tra i primi 25 gestori in ciascuna sezione sono Aviva Investors, AXA IM, Legal & General IM, Schroders e Swedbank Robur.

Un’altra nota positiva che emerge dal rapporto è che quattro gestori sono avanzati nettamente nella propria posizione rispetto al 2020: JP Morgan Asset Management, Santander Asset Management, SEB Investment Management e T. Rowe Price. I miglioramenti sono legati all’adozione di politiche efficaci su uno o più temi analizzati da ShareAction, a pratiche di stewardship più solide e all’adozione di un quadro di riferimento per gli investimenti legati al clima. 

I quattro gestori patrimoniali che hanno migliorato maggiormente la loro posizione in classifica

Fonte: ShareAction, febbraio 2023.

Al contrario, alcune società hanno perso terreno rispetto al 2020: AllianzGI, NN Investment Partners, PIMCO e State Street Global Advisors

In fondo alla classifica di questa edizione troviamo MIrsubishi UFJ e Vanguard, che hanno ricevuto il punteggio più basso di tutti nelle tre sezioni tematiche messe insieme. In particolare, secondo il rapporto Vanguard non ha una politica chiara né sul clima né sulla biodiversità.

Performance in base alle dimensioni dei gestori

A preoccupare particolarmente ShareAction è che le peggiori performance sono state registrate tra i gestori di maggiori dimensioni e che, di conseguenza, gestiscono una massa importante di asset.

I risultati peggiori gestiscono un volume di attività sproporzionatamente elevato

Fonte: ShareAction, febbraio 2023.

Nello specifico, il 35% dei gestori classificati D o E controlla la metà del patrimonio totale in gestione di tutte le società dell’indagine, ovvero oltre 38.000 miliardi di dollari. Tra questi figurano quattro dei cinque maggiori gestori patrimoniali del mondo, come si vede nella tabella di seguito. 

Quattro dei cinque maggiori gestori patrimoniali del mondo hanno un rating D o E

Fonte: ShareAction, febbraio 2023.

Performance in base allo stile dei gestori

Secondo il rapporto di ShareAction, una strategia di investimento passiva non è un ostacolo per avere un approccio leader agli investimenti responsabili. I tre maggiori gestori passivi, infatti, si posizionano nelle fasce D e E, ma altri hanno ottenuto i voti A e C. In particolare, Legal & General IM – al quarto posto in classifica generale, con un rating A dimostra che gli investitori passivi – anche quelli di grandi dimensioni – possono avere un approccio leader agli investimenti responsabili.

I gestori patrimoniali prevalentemente passivi mostrano un’ampia gamma di performance

Fonte: ShareAction, febbraio 2023.

Performance regionali

I gestori europei sono in testa alla classifica degli investimenti responsabili rispetto ai loro competitor nordamericani o dell’Asia-Pacifico, aiutati – secondo ShareAction – dal contesto normativo della regione particolarmente sviluppato in materia di finanza sostenibile. 

Infatti, tutte le aziende della top 10 provengono dall’UE o dal Regno Unito e solo sei dei 39 gestori europei hanno ricevuto un voto D o E. Al contrario, più della metà dei gestori non europei (13 su 25 del Nord America e 8 su 13 dell’Asia Pacifico) hanno ricevuto un voto D o E e nessuno ha ottenuto un voto superiore a B.

Classifica geografica

Fonte: ShareAction, febbraio 2023.

I gestori europei battono gli americani e gli asiatici in tutti i temi d’investimento responsabili considerati da ShareAction. I primi 10 punteggi in ciascuna delle sezioni governance, stewardship e clima sono stati tutti ottenuti da gestori europei, mentre solo una società di gestione non europea (PGIM Fixed Income) si è classificata tra le prime 10 per quanto riguarda la biodiversità. I gestori europei si sono distinti soprattutto nelle questioni climatiche, ma anche rispetto a quelle sociali hanno ottenuto una performance media superiore a quella dei loro colleghi.

Ciononostante, diversi gestori europei hanno riportato risultati non brillanti in tutte le aree del sondaggio: quattro sono stati classificati D e due hanno ottenuto il voto E, piazzandosi tra gli ultimi 10 gestori. Tra questi l’italiana Anima (71° posto) e Vontobel AM (69°).

Nonostante gli europei si siano mostrati i leader sul piano della sostenibilità, i tre asset manager italiani presi in considerazione da ShareAction hanno ottenuto dei punteggi piuttosto deludenti: in fondo alla classifica, come detto, troviamo Anima al 71° posto e con un voto pari a E, seguito da Eurizon Capital (49°) con un punteggio C e Generali Insurance Asset Management (40°), anch’esso con un punteggio C. Tra l’altro, l’analisi dell’ONG evidenzia che Eurizon Capital è scesa di 11 posizioni rispetto al 2020 e Generali Insurance Asset Management di 7, segnando un trend negativo.

Tuttavia, a preoccupare maggiormente ShareAction in questo quadro è la pessima performance rispetto al tema climatico dei gestori statunitensi, dal momento che svolgono un ruolo cruciale nella risposta alla crisi climatica rappresentando più di tre quinti del patrimonio totale in gestione dello studio dell’ONG. Ne sono un esempio la stessa Vanguard (67° posto e punteggio E), che si è posizionata tra le peggiori in assoluto, e Morgan Stanley (51° posto e punteggio D).

I temi considerati da ShareAction

Tra tutti i temi considerati da ShareAction, la biodiversità è quello che rimane più indietro, come si osserva nel grafico di seguito.

Punteggi medi tra i temi

Fonte: ShareAction, febbraio 2023.

Il punteggio medio più basso è, appunto, quello della biodiversità, pari al 33% (il 14% in meno rispetto alla media generale). I temi che hanno ottenuto punteggi più alti, invece, sono stati la stewardship, la governance e le questioni sociali. 

Raccomandazioni

Nel rapporto ShareAction fornisce alcune raccomandazioni indirizzate a diverse tipologie di destinatari: i gestori patrimoniali, i proprietari di beni e i consulenti d’investimento

Per quanto riguarda gli asset manager, l’ONG incoraggia i gestori a identificare e rendicontare l’impatto reale delle decisioni di investimento sulle questioni della sostenibilità. Ma li invita anche a rafforzare le politiche di investimento responsabile dedicate, assumendo impegni ambiziosi, come la definizione di obiettivi di azzeramento netto delle emissioni dle proprio portafoglio e lo sviluppo di piani di transizione per allinearsi a uno scenario di 1,5 C. Inoltre, per rafforzare la propria influenza, ShareAction consiglia di utilizzare una stewardship proattiva al fine di promuovere un cambiamento positivo, impegnandosi con le società partecipate ed esercitando il diritto di voto su questioni di investimento responsabile. 

Per gli investitori, le raccomandazioni riguardano per lo più il rafforzamento della due diligence nella selezione dei gestori patrimoniali, l’inserimento nei contratti di gestione degli investimenti di aspettative chiare sull’integrazione e la rendicontazione delle questioni della sostenibilità, nonché la richiesta ai gestori patrimoniali di riferire regolarmente su come vengono gestite le questioni di investimento responsabile in tutte le fasi del processo di investimento. Inoltre, secondo ShareAction, è necessario che i proprietari di beni terminino le relazioni con i gestori che non sono all’altezza delle aspettative sulle questioni di investimento responsabile. 

Infine, ai consulenti d’investimento viene consigliato di incontrare regolarmente gli asset manager per monitorare come le questioni di investimento responsabile vengono integrate, di contestare direttamente i gestori quando le loro prestazioni in materia di investimenti responsabili non sono all’altezza e di non raccomandare gli asset manager ai clienti se la loro performance sui temi trattati nel rapporto di ShareAction è insufficiente.