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Private banker e wealth manager attori strategici per le banche nei prossimi anni

I prossimi 2-3 anni tracceranno un periodo di cambiamenti significativi per molti ruoli e funzioni nel settore bancario. Con l’evoluzione dei modelli di business, delle strutture organizzative e delle modalità di produzione e di distribuzione di prodotti e servizi, alcune figure cresceranno fortemente di rilevanza, a cominciare dai Private Banker, mentre altre diventeranno via via meno rilevanti e spingeranno le organizzazioni a occupare le persone in modo diverso.

A fornire un’analisi dettagliata delle professioni del futuro nel settore è lo studio “Evoluzione dei ruoli nel banking” di Gi Group Holding, multinazionale italiana del lavoro, realizzato dalla divisione Banking & Insurance di Gi Group e ODM Consulting attraverso la metodologia di indagine proprietaria Star Matrix.

Sales: Private Banker e Wealth Manager sul podio dei ruoli che vedranno aumentare la loro importanza nel settore

Una delle funzioni che cambierà maggiormente è quella Sales. Qui, a crescere di importanza fino a diventare assolutamente strategiche saranno le figure del Private Banker e del Wealth Manager, per la loro capacità – spesso imprenditoriale e proattiva – di gestire in modo avanzato clienti a maggiore marginalità. Questo perché il settore bancario si muoverà sempre di più verso la ricerca, l’attrazione e la fidelizzazione dei clienti con portafogli e patrimoni più ampi cui offrire una gestione personalizzata e diversificata. Identificare come rendere attrattivo il mondo del banking per le nuove generazioni rappresenta una fra le principali sfide dell’intero settore che attualmente registra un’età media dei private banker intorno ai 50 anni.

Strategico sarà anche il ruolo dei gestori responsabili delle vendite sui canali digitali (Head of Digital Channel Sales), chiamati a gestire clienti e processi di vendita sempre più ibridi.

In crescita, fra i ruoli emergenti, anche gli Advisor dei clienti digitali, per la loro capacità di gestire le esigenze della client base attraverso i canali digitali.

Vedranno restare stabile la loro importanza nel settore i ruoli che costituiscono il back-bone degli Istituti, nello specifico i Consulenti Finanziari(spesso anche agenti indipendenti) e i Gestori dei Clienti Retail, nella misura in cui l’istituto bancario sia fortemente radicato sul territorio e abbia una gestione del retail personalizzata e poco basata sulle tecnologie.

Ruoli invece che dovranno essere ripensati saranno: i Gestori Retail in tutti quei contesti dove il canale della filiale tradizionale è diventato meno importante; gli Operatori di Back-Office, che sempre più spesso vengono svolti in outsourcing; i Gestori Affluent, orientati a quei clienti intermedi tra retail e private in cui sembra emergere un progressivo aumento di autonomia, a discapito del ruolo finora rivestito dai consulenti.

Evoluzione attesa da qui a 3 anni dei ruoli Sales mappati nello studio

Fonte: Gi Group. Gestore Cliente Retail: SUPPORTING nelle BCC locali e nelle banche territoriali, mentre nelle altre realtà il ruolo è RETHINKING.

Le evoluzioni saranno più o meno rapide e profonde a seconda della tipologia di Istituto.

Per gli incumbents che si stanno orientando al digitale e all’omnicanalità, la pressione e la necessità di cambiamento verso nuovi canali e nuovi prodotti è stata particolarmente forte, e in questo senso lo sono e saranno anche le iniziative di up-skilling e re-skilling. In altri casi, là dove il modello relazionale e con il territorio mostra una buona tenuta a seguito di una pressione competitiva inferiore o di clienti che riconoscono una marginalità superiore per questo tipo di relazione, la sfida della transizione tecnologica appare inferiore.

Con il passare del tempo, tuttavia, è ipotizzabile che anche queste realtà dovranno ripensare il proprio modello di servizio man mano che sempre più clienti – anche al di fuori dei grandi e medi centri urbani – sceglieranno un approccio realmente ibrido e integrato.

ICT: il ruolo del futuro è il responsabile delle architetture digitali

Considerata la progressiva transizione tecnologica e digitale dei player bancari, la funzione ICT & Innovation registrerà importanti cambiamenti. Tra i ruoli che vedranno aumentare la loro importanza per il settore e diventeranno strategici ci sono le figure responsabili delle architetture, sia dal punto di vista applicativo sia di infrastrutture e di cybersecurity, dagli Application Architect, ai CISO (Chief Information Security Officer) fino agli Enterprise Architect. Sempre più rilevanti saranno poi tutte le figure esperte di specifici applicativi, tecnologie o processi, quali Cloud Specialist, Cybersecurity Expert, Software Engineer, UX/UI Developer e Designer.

Rimarranno stabili nella loro rilevanza e contributo i ruoli legati alla gestione dei dati (Data Administrator, Data Analyst, Data Scientist, Responsabile ICT di filialementre richiederanno un ripensamento i ruoli di Legacy Infrastructure Manager, specifici di infrastrutture ormai in fase di integrazione o sostituzione.

La sfida delle persone

“Indipendentemente dal modello di business, alle funzioni HR delle realtà banking spetta oggi la sfida di guidare l’organizzazione e le sue persone in un momento di forti trasformazioni che impattano sul mondo del lavoro e le interazioni con colleghi e clienti. Se l’innovazione è nel presente e nel futuro del settore, questo non è l’unico fattore di discontinuità: pensiamo alla sostenibilità, all’evoluzione normativa o all’innovazione di prodotto (è il caso della bancassurance) che richiede specifiche competenze anche tecniche. Tutti questi trend renderanno fondamentali processi di change managementup-skilling e re-skilling, soprattutto negli incumbents avviati allo sviluppo digitale, così come la formazione continua delle persone e la ricerca di profili qualificati per accompagnare l’evoluzione dei modelli di business”, ha dichiarato Paolo Branco, Division Manager Banking & Insurance di Gi Group.

“In questo contesto, sarà cruciale creare i presupposti perché le persone comprendano i cambiamenti in atto e siano messe nelle condizioni di poter dare il meglio di sé per contribuire allo sviluppo dell’organizzazione. È su questo che si basa, anche a livello valoriale, la scelta delle persone di entrare e rimanere ingaggiate e motivate in azienda”, ha concluso Branco.