Fornire un punto di riferimento per le PMI per affrontare la complessità della sostenibilità. È questo l’obiettivo del documento pubblicato a fine novembre 2023 dall’IFAC (International Federation of Accountants, la federazione internazionale dei commercialisti), la Small Business Sustainability Checklist.
Destinatarie del documento sono, infatti, le piccole e medie imprese, che saranno interessate direttamente dalla CSRD (Corporate Sustainability Reporting Directive) solo dal 2026. In modo indiretto, però, le PMI vedranno gli effetti della direttiva ben prima, per via delle richieste provenienti dalle grandi imprese quotate con le quali hanno delle relazioni commerciali.
La guida, in sole dodici pagine, intende mostrare alle imprese di piccole e medie dimensioni un approccio concreto alla sostenibilità per tutelare la sopravvivenza di queste aziende anche in un contesto di rapida transizione come quello attuale. Uno scenario in cui, per altro, con l’entrata in vigore della CSDD (Corporate Sustainability Due Diligence Directive), le catene di fornitura delle grandi aziende saranno sempre più tracciate e dovranno rispondere a maggiori requisiti di trasparenza, coinvolgendo così anche le PMI che ne fanno parte.
In Italia, la checklist dell’IFAC assume una particolare rilevanza. Le oltre 220.000 PMI presenti sul territorio costituiscono, infatti, un pilastro fondamentale nel tessuto imprenditoriale italiano, rappresentando il 41% del fatturato nazionale e il 34% degli occupati[1]. Proprio per questo, poco più di un mese dopo la pubblicazione in inglese, il CNDCEC (Consiglio Nazionale dei Dottori Commercialisti e degli Esperti Contabili) ha deciso di tradurre il documento in italiano, mettendolo a disposizione delle piccole e medie imprese del paese che, presto o tardi, dovranno dotarsi di strategie efficaci per attuare la transizione dei propri modelli produttivi.
Indice
Il ruolo dei commercialisti
Nel documento si sottolinea come i commercialisti possano guidare e consigliare le aziende sugli aspetti legati alla sostenibilità di cui devono essere a conoscenza, inclusa la definizione di sistemi per individuare le informazioni richieste e le best practice rilevanti. In qualità di consulenti di fiducia, infatti, essi hanno una profonda conoscenza dell’impresa e anche del settore e del contesto in cui questa opera.
Creare un quadro di riferimento per promuovere i temi ESG
La sostenibilità, sottolinea l’IFAC, è un concetto ampio, quindi per poter ottenere dei miglioramenti concreti è necessario scinderla nei tre elementi principali che la compongono: la sfera ambientale, quella sociale e l’area della governance. In questo modo, le aziende hanno modo di riflettere su quali azioni specifiche si adattano meglio alle caratteristiche dell’impresa.
Come punto di partenza per un approccio concreto e per la realizzazione di strutture finalizzate a perseguire gli obiettivi di sostenibilità, l’IFAC raccomanda di definire un’analisi dei punti di forza e di debolezza, delle opportunità e delle minacce (Strengths, Weaknesses, Opportunities, e Threats – SWOT) che consideri in che modo i fattori ESG possono influenzare ciascuna impresa. Seguendo questo approccio, inoltre, l’azienda potrebbe poi definire i Key Performance Indicators (KPI), punto di partenza per azioni necessarie alla transizione. Dalla valutazione dell’impatto in termini di sostenibilità di determinate azioni aziendali all’identificazione delle preoccupazioni degli stakeholder, dalla scelta delle informazioni da condividere alla pubblicazione dei risultati e alla verifica dei dati da parte di un soggetto terzo.
Iniziative per l’ambiente
Dalle emissioni di gas serra (GHG) all’inquinamento, dalla gestione dei rifiuti alla conservazione dell’acqua, alla biodiversità, sono tante le aree di interesse che potrebbero essere rilevanti per le piccole imprese. E questi aspetti potrebbero diventare sempre più importanti da comprendere, con lo sviluppo di nuovi standard e best practice.
Tuttavia, mantenendo un approccio pratico, è importante capire quali sono i fattori più rilevanti dal punto di vista dei rischi e delle opportunità per ciascuna azienda. Per cercare di capire quale potrebbe essere l’impatto sull’attività dell’impresa e identificare le azioni da intraprendere, l’IFAC suggerisce di prendere in considerazioni le seguenti iniziative in tema ambientale:
- Valutare il rischio di business dei fattori ambientali che potrebbero influenzare l’attività tramite l’analisi SWOT per identificare le aree prioritarie e i rischi specifici che possono derivare per l’azienda dai fattori ambientali (es. cambiamento climatico) e quantificare il loro eventuale impatto e la probabilità che si verifichino;
- Sviluppare una politica ambientale e integrare l’impegno per l’ambiente negli obiettivi e nella strategia dell’azienda fissando obiettivi e traguardi concreti, nonché un budget. Per questa iniziativa è anche importante designare un dipendente come responsabile del processo che rendiconti periodicamente i progressi alla direzione. Ma è altrettanto fondamentale formare il personale e stabilire le competenze e l’esperienza tecnica necessarie per garantire che il personale sia in grado di attuare la politica ambientale e ridurre l’impronta ecologica dell’azienda;
- Identificare la quantità di emissioni GHG (Scope 1, 2 e 3) per ridurle e quantificare l’impronta di carbonio dell’azienda. A tal fine, è importante considerare i costi connessi al raggiungimento degli obiettivi e assicurarsi che vengano stanziati dei fondi a questo scopo;
- Utilizzare un framework per migliorare la gestione e la performance ambientali verificando la possibilità di adottare standard del sistema di gestione ambientale (es. ISO 14001:2015);
- Attivare modalità per ridurre il consumo delle risorse, energia e rifiuti in primis, ad esempio definendo e controllando un programma di riciclo, sostituendo le lampadine con i LED, valutando l’acquisto di tecnologia ricondizionata e riducendo al minimo il ricorso alla plastica;
- Esaminare e rispettare la normativa ambientale consultando esperti in materia e formando i dipendenti a riguardo;
- Stabilire se le attività aziendali siano idonee a ricevere una sovvenzione o un sussidio governativo nell’ambito della sostenibilità.
Il benessere dei dipendenti è una componente fondamentale in tutte le organizzazioni ma, per prosperare, un’azienda deve anche prendersi cura dei propri clienti e fornitori e delle comunità in cui opera. A tal proposito, l’IFAC suggerisce alle PMI di considerare alcune iniziative:
- Garantire la salute, la sicurezza, i diritti umani e il benessere dei dipendenti e valutare se le prassi di lavoro siano appropriate. Per farlo, l’azienda dovrebbe rivedere ed eventualmente aggiornare i regolamenti sul lavoro flessibile, ferie, congedi, retribuzione e indennità, stabilire una politica contro le molestie, una metodologia di tracciabilità di incidenti e infortuni e considerare le prassi di lavoro e le normative pertinenti. Potrebbe essere una mossa vincente anche ottenere certificazioni relative alla salute e alla sicurezza sul lavoro come ad esempio ISO45001;
- Abbracciare la diversità, l’equità e l’inclusione per tutti, cercando di colmare i divari retributivi di genere, prevenendo la discriminazione tramite la formazione, rendendo le strutture fruibili per i diversamente abili;
- Identificare i propri stakeholder e analizzare l’impatto e l’influenza di ciascuno per dare maggiore peso ai più importanti (ad esempio i finanziatori, i clienti e i dipendenti);
- Adottare misure volte a garantire che organizzazione, clienti e fornitori siano consapevoli dell’esigenza di sostenere l’eliminazione di forme di moderna schiavitù e di lavoro minorile;
- Sostenere la comunità locale e fornire il proprio contributo a enti di beneficenza;
- Tenere conto delle responsabilità del prodotto o del servizio, definendo politiche per la protezione dei dati e della privacy dei consumatori, rispettando i requisiti relativi ai termini di pagamento, definendo meccanismi per il feedback dei clienti e tenendo traccia dei reclami relativi ai prodotti o ai servizi.
Iniziative per la governance
La governance delle piccole imprese è importante, soprattutto per le aziende a conduzione familiare. In effetti, la creazione di un ambiente di governance adeguato è uno dei primi fondamentali passi per favorire una maggiore attenzione alle questioni della sostenibilità. Anche in questo caso, l’IFAC raccomanda di sviluppare alcune azioni (sempre facendosi guidare e consigliare dai commercialisti):
- Esaminare le moderne prassi di governance aziendale rivedendo la composizione dei CdA nella prospettiva di strutturarlo con amministratori sia interni che esterni per aumentarne la diversificazione, preparando un organigramma con le linee di gestione e di reporting, implementando controlli interni, stabilendo un codice di condotta per prevenire i conflitti di interesse;
- Valutare la cultura interna sulla sostenibilità coinvolgendo dirigenti e dipendenti, pianificando una roadmap in tema di sostenibilità, creando un team che guidi le relative iniziative;
- Valutare la catena del valore dell’azienda e identificare l’impatto sulle risorse naturali;
- Pianificare gli obiettivi di sostenibilità al proprio interno e con i fornitori e i clienti monitorando i progressi in materia di sostenibilità e i propri KPI, stabilendo i fattori determinanti nella scelta di un fornitore, verificando se il prodotto possa essere riutilizzato o smaltito adeguatamente;
- Definire un sistema/framework di gestione del rischio, analizzando al contempo le opportunità che potrebbero presentarsi migliorando il proprio impatto ESG e verificando che l’azienda sia protetta da polizze assicurative
- Esaminare e aggiornare i sistemi IT per ridurre al minimo le problematiche inerenti alla privacy dei dati;
- Predisporre un piano di successione, valutando le implicazioni fiscali;
- Aggiornare la strategia aziendale per porre in primo piano la sostenibilità;
- Promuovere una mentalità integrata per accrescere la qualità delle informazioni sulla sostenibilità e la loro rilevanza per il processo decisionale.
[1] Dati Istat aggiornati a ottobre 2023 riferiti al 2021.