Rapporto ESMA

ESMA: mercati finanziari indifferenti alle controversie sul greenwashing

La borsa sembra essere indifferente al greenwashing. Le più recenti controversie sul greenwashing, infatti, non hanno avuto ripercussioni sui prezzi delle azioni delle aziende, né sulla loro valutazione di mercato. A dirlo è l’ESMA (European Securities and Markets Authority) nel rapporto The financial impact of greenwashing controversies pubblicato a fine 2023.

Nell’analisi l’autorità europea dei mercati finanziari nota un aumento preoccupante dei casi di greenwashing nell’Unione Europea negli ultimi anni, soprattutto in tre settori compreso quello finanziario, e conclude che la regolamentazione del mercato non funziona. Tale fenomeno, infatti, rischia di minare la fiducia dei consumatori e degli investitori nella capacità delle imprese di adattare le proprie operazioni commerciali per contribuire a raggiungere gli obiettivi legati al clima. Tra gli esempi più recenti di grandi aziende accusate di greenwashing quelli di HSBC e DWS. Quest’ultima, nel settembre 2023 ha addirittura accettato di pagare una multa da 19 milioni di dollari per mettere a tacere le accuse della SEC, ente federale statunitense preposto alla vigilanza della borsa valori, che aveva incolpato DWS di aver rilasciato dichiarazioni fuorvianti riguardo al suo processo di investimento ESG. 

Nel report, l’ESMA esplora il tema in relazione all’impatto delle controversie sul greenwashing sui rendimenti e sulla valutazione delle azioni delle società. I risultati suggeriscono che le accuse di greenwashing non hanno avuto un chiaro impatto finanziario sulle aziende ed evidenziano l’assenza di un efficace meccanismo basato sul mercato per aiutare a prevenire potenziali comportamenti di greenwashing. Ciò sottolinea l’importanza di chiari orientamenti politici da parte dei regolatori e degli sforzi da parte delle autorità di vigilanza per garantire la credibilità delle dichiarazioni relative alla sostenibilità.

Controversie sul greenwashing in aumento

Consumatori, investitori e regolatori esaminano sempre di più gli impegni, gli obiettivi e le dichiarazioni di sostenibilità delle aziende per essere sicuri che si riflettano nelle loro azioni concrete. Per soddisfare tale esigenza, i fornitori di dati ESG raccolgono informazioni sulle controversie ambientali e sociali (come la schiavitù moderna o l’inquinamento) e le “vendono” agli investitori per supportare le loro decisioni di investimento, anche attraverso rating e punteggi ESG. Ma cosa sono le controversie ESG? Sono, di fatto, delle accuse avanzate dagli stakeholder e condivise tramite i media locali o internazionali, nei confronti di singole aziende o di interi settori in base al loro potenziale impatto negativo sui fattori ambientali e sociali. Tra queste, sono incluse anche le controversie sul greenwashing, ovvero le accuse avanzate dalle parti interessate di un disallineamento percepito tra le comunicazioni relative alla sostenibilità e le effettive azioni di un’azienda.

Nel report, l’ESMA osserva che tra il 1° gennaio 2020 e il 31 dicembre 2021 191 società europee (ovvero il 32% dei componenti dell’indice STOXX Europe 600) sono state coinvolte in un totale di 933 controversie di comunicazione fuorvianti. Nello stesso periodo l’autorità osserva una tendenza crescente nella frequenza delle controversie legate al greenwashing, sebbene non sia chiaro se ciò rifletta la crescente attenzione del pubblico alle questioni di sostenibilità o un aumento del numero di effettivi casi di greenwashing. 

Numero mensile di controversie sul greenwashing (Frequenza crescente)

Fonte: ESMA. Nota: conteggio mensile delle controversie di greenwashing che coinvolgono le aziende STOXX Europe 600. Le linee tratteggiate sono tendenze lineari.

Guardando alle tre categorie della sostenibilità, si nota che a dominare la scena sono le controversie sul greenwashing che riguardano questioni puramente ambientali. Tra i casi più diffusi, le aziende che affermano di agire in modo responsabile nei confronti dell’ambiente mentre aumentano le proprie emissioni GHG. Al contrario, solo il 18% delle controversie sul greenwashing si riferisce a questioni puramente sociali, ad esempio violazioni dei diritti umani. Questo divario, secondo l’ESMA, potrebbe riflettere una crescente attenzione alle questioni legate al clima a seguito dell’accordo di Parigi del 2015 e agli effetti sempre più tangibili del cambiamento climatico. Ma potrebbe anche essere guidata da una comprensione relativamente più sviluppata degli aspetti ambientali negli investimenti ESG, che supporta la capacità degli stakeholder di valutare e verificare le dichiarazioni ambientali delle aziende. Vi sono poi anche controversie che contengono sia una componente ambientale che sociale (32%), ad esempio quando un’azienda smaltisce rifiuti chimici nell’ambiente che successivamente causano problemi di salute nella comunità locale.

Controversie sul greenwashing per tipologia (dominano le controversie ambientali)

Fonte: ESMA. Nota: quota di controversie ambientali, sociali e di greenwashing sociale (n=625) che hanno coinvolto le aziende STOXX Europe 600 nel 2020 e nel 2021.

Se si pone attenzione, invece, ai settori in cui sono maggiormente diffuse le controversie sul greenwashing, si osserva un gruppo significativo di aziende all’interno del settore del petrolio e del gas, seguito dal settore finanziario e da quello alimentare. Complessivamente, questi tre settori rappresentano oltre la metà di tutte le controversie sul greenwashing. 

Controversie greenwashing per settore

Fonte: ESMA. Nota: numero di controversie di greenwashing raggruppate per settore.

L’impatto finanziario delle controversie sul greenwashing

Secondo l’ESMA, una questione che dovrebbe interessare particolarmente le autorità di vigilanza finanziaria, è se vi sia (o meno) un impatto finanziario derivante dalle controversie sul greenwashing. I rischi finanziari legati al greenwashing, infatti, possono derivare dalla materializzazione del rischio reputazionale o del rischio legale, che a loro volta possono danneggiare la credibilità di un’azienda e innescare ulteriori rischi per la sua posizione finanziaria. 

Per approfondire il tema, l’ESMA ha analizzato la relazione che le controversie sul greenwashing hanno sia con i rendimenti azionari delle aziende, sia con la valutazione aziendale.

Per quanto riguarda i rendimenti azionari, l’autorità europea riscontra un’assenza di prove conclusive a sostegno dell’idea che le controversie sul greenwashing abbiano un impatto sui rendimenti azionari. Inoltre, l’ESMA sottolinea che le controversie sul greenwashing hanno un impatto diverso quando provengono dalle ONG che, sebbene siano percepite come una fonte credibile di informazioni grazie alla loro indipendenza politica ed economica, lanciano spesso accuse di ampia portata in cui le società sono coinvolte solo indirettamente tramite le catene di fornitura e, quindi, hanno meno seguito nella percezione dell’opinione pubblica rispetto alle controversie più mirate e specifiche.

Per misurare, invece, la relazione delle controversie con la valutazione delle aziende, l’ESMA utilizza come variabile dipendente i rapporti prezzo/utili (PE) medi dal 1° gennaio 2020 al 31 dicembre 2021. Anche in questo caso, l’autorità non rileva una chiara correlazione tra il numero di controversie e i rapporti PE. 

Controversie sul greenwashing e valori PE (nessuna correlazione chiara)

Fonte: ESMA. Nota: controversie di greenwashing registrate tra gennaio 2020 e dicembre 2021 (asse y) e valore PE (asse x) per le aziende STOXX Europe 600. Valore PE come media tra gennaio 2020 e dicembre 2021. 
 

Nonostante siano risultati significativi quelli riportati dall’ESMA, l’autorità nello studio sottolinea più volte la dimensione soggettiva delle controversie ESG e l’assenza di una definizione comune di greenwashing, che impongono che questi dati siano interpretati con cautela. 

Tuttavia, il messaggio principale che l’ESMA intende lanciare con la pubblicazione del report è che l’assenza di un efficace meccanismo per aiutare a prevenire potenziali comportamenti di greenwashing sottolinea la necessità di chiari interventi da parte dei regolatori, nonché delle autorità di vigilanza, per garantire la credibilità delle dichiarazioni relative alla sostenibilità.