Crisi energetica

Descalzi (Eni): taglio del 35% delle emissioni scope 1,2 e 3 entro il 2030

“La guerra in Ucraina ci sta costringendo a vedere il mondo in modo diverso da come lo conoscevamo. Si tratta di una tragedia umanitaria, che ha generato nuove minacce alla sicurezza energetica e alla quale dobbiamo fare fronte senza abbandonare le nostre ambizioni per una transizione energetica equa”. Claudio Descalzi, amministratore delegato del gruppo Eni, si trova in un ruolo cruciale per l’Italia per riuscire a indirizzare le due grandi sfide energetiche del momento: riuscire a incrementare la propria indipendenza dal gas russo e accelerare nel percorso di decarbonizzazione.

“La nostra strategia” afferma il manager durante la presentazione del piano 2022-25 del gruppo del cane a sei zampe, “ci ha consentito di essere pronti ad affrontare questa sfida. La nostra risposta immediata alla crisi attuale è stata quella di ricorrere alle nostre alleanze consolidate con i Paesi produttori per reperire fonti sostitutive di energia da destinare alle necessità europee. Siamo in grado di rendere disponibili sul mercato oltre 14 TCF (trillion cubic feet) di risorse addizionali di gas nel breve e medio termine”.

“Queste azioni” prosegue Descalzi “affiancano il nostro impegno nello sviluppo di nuovi prodotti e servizi decarbonizzati, che ci consentono di garantire la sicurezza energetica e la riduzione delle emissioni, proponendo ai nostri clienti un’ampia offerta di prodotti e servizi energetici decarbonizzati. Il risultato di questo approccio strategico supporta la decisione di accelerare il nostro percorso verso le zero emissioni nette, con un taglio del 35% delle emissioni scope 1, 2 e 3 entro il 2030, e dell’80% entro il 2040 rispetto al 2018”.

“Per velocizzare la transizione e rivolgere un’offerta migliore ai nostri clienti”, aggiunge il ceo del gruppo di San Donato, “abbiamo creato una serie di società satelliti dedicate che si affidano alle nostre tecnologie proprietarie, ai nostri efficienti modelli operativi e alle forti alleanze con gli stakeholder. La creazione di Plenitude, Vår Energi, Azule (la nostra joint venture con BP in Angola) e la recente quotazione di Energy One (la prima SPAC quotata a Londra focalizzata sulla transizione energetica) evidenziano il nostro impegno ad attrarre nuovi investimenti e definire il giusto equilibro tra allocazione delle risorse e loro rendimento”.

“In linea con questa strategia”, conclude il manager, “stiamo riunendo le nostre bioraffinerie, le stazioni di servizio e le attività di ride sharing in un’unica entità dedicata alla mobilità sostenibile.
Il nostro piano industriale, supportato dal continuo rafforzamento della nostra posizione finanziaria, attraverso l’efficiente gestione del capitale e l’ottimizzazione del portafoglio, ci consentono oggi di migliorare ulteriormente la nostra già competitiva remunerazione degli azionisti”.