È notoriamente un approccio “quality growth” quello che caratterizza la gestione dei portafogli azionari di Comgest, la società di asset manager indipendente e dalla presenza internazionale che gestisce un patrimonio di 29,4 miliardi di euro. Più attenti al potenziale di espansione e crescita delle società in cui investono che alle tendenze a breve termine del mercato, l’analisi ESG è un’importante componente per la valutazione complessiva delle caratteristiche qualitative di una società, così come per l’individuazione di rischi e opportunità. A ribadirlo è stata Gabriella Berglund, Branch Manager Comgest Italy e Investor Relations Southern and Northern Europe di Comgest, durante l’evento tenutosi oggi all’Hotel Four Season di Milano in cui la società ha dato una view sui mercati azionari globali, dell’area Europa e dell’area Asia con un approfondimento sul profilo sostenibile delle società asiatiche.
Come parte della filosofia d’investimento quality growth, Comgest ha infatti scelto di incorporare i criteri ESG nel proprio processo di investimento. L’intenzione è quella di avere una valutazione completa delle società in cui investono e non solo dei dati finanziari, integrando la qualità di questi dati con fattori legati alla sostenibilità.
Le definizioni di qualità possono essere diverse e, come sottolineato da Xing Xu, analista ESG Asia ex Japan Comgest, i criteri ESG ne sono parte integrante. Per Comgest, quando si parla di sostenibilità, gli aspetti a cui fare attenzione riguardano in primo luogo le persone e la cultura. Per questo un elemento osservato nella valutazione delle aziende in portafoglio è la buona reputazione. Per esempio, quindi, è analizzata la cultura aziendale per vedere se essa presenti delle caratteristiche particolari che permettono di attrarre i talenti o, al contrario, se all’interno dell’azienda sia riscontrabile una cultura tossica che porta alla fuga dei cervelli.
“Si usa dire che il pesce marcisce dalla testa” ha dichiarato Xing Xu durante il suo intervento, “ed è per questo che analizzando le aziende ci domandiamo se possiamo fidarci del management e se è possibile instaurare un rapporto di fiducia con esso e con il consiglio di amministrazione”.
L’integrazione ESG avviene pertanto attraverso un’analisi interna specifica di ogni società, a partire dagli aspetti governance che sono trasversali alle diverse società, per passare poi a una valutazione che varia a seconda del settore e dell’area geografica e che permette di individuare i margini di miglioramento della qualità delle società in portafoglio implementando pratiche di engagement.
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È questo un buon momento per lo stile quality growth?
Durante l’evento ci sono poi stati altri tre interventi a cura di Franz Weis, Analista & Gestore Azionario Europeo, Zak Smerczak, Analista & Gestore Comgest Growth World, e Lèo Lenel, Analista e Gestore Comgest Growth Global Flex.
Spiccano le società quality growth
Le società europee quality growth hanno registrato una performance negativa nell’anno in corso, sia in termini assoluti sia relativi. Le sfide della catena di approvvigionamento, l’aumento dei costi delle materie prime, i risultati di una politica monetaria accomodante e la guerra in Ucraina hanno provocato un forte aumento dell’inflazione che le banche centrali hanno iniziato a combattere con rialzi aggressivi dei tassi d’interesse. Ciò ha innescato una violenta rotazione di stile a scapito dei titoli growth che, di conseguenza, hanno sottoperformato i mercati europei. Questa performance è dovuta a un forte de-rating delle società growth di qualità presenti nelle strategie europee di Comgest. Fondamentalmente, esse vantano bilanci solidi, generano flussi di cassa positivi e registrano una crescita dinamica degli utili più o meno in linea con le aspettative.
In prospettiva, il forte aumento dei tassi di interesse mette in dubbio anche l’attuale ripresa economica post-Covid, soprattutto perché la guerra in Ucraina ha innescato una perdita di fiducia dei consumatori e ha inciso sul potere d’acquisto. Di fatto, oggi molti osservatori prevedono una recessione in Europa. Le stime sugli utili aziendali hanno iniziato a calare bruscamente, ad eccezione dei produttori di materie prime e di petrolio. Proprio in un periodo di incertezza come questo, il potere di determinazione dei prezzi, la stabilità finanziaria e la relativa prevedibilità delle vendite e degli utili delle società quality growth sono preziose caratteristiche che le distinguono dal resto del mercato europeo. La selezione dei titoli e l’attenzione alla qualità saranno fondamentali nei prossimi anni. Il recente de-rating ha già portato le valutazioni al livello medio di lungo periodo: la costante crescita degli utili delle società in portafoglio dovrebbe trainare positivamente i prezzi delle azioni, piuttosto che la rotazione degli stili.
La strategia europea di Comgest continua ad applicare il suo approccio mirato e ad alta convinzione nella gestione del portafoglio, con Novo Nordisk e ASML come posizioni di punta. Le due società beneficiano di fattori strutturali di crescita positivi e di un forte interesse dei clienti per i propri recenti prodotti innovativi, anche se in settori molto diversi tra di loro, come quello farmaceutico e quello dei semiconduttori. Comgest prevede per entrambe le società una crescita dinamica, in gran parte non correlata alle prospettive dell’economia europea o ai tassi di interesse.
Il contesto favorisce le società ben posizionate sul mercato
Il mercato continua ad essere volatile, in quanto valuta i rischi legati alla recessione, all’inflazione, al contesto geopolitico, agli strascichi della pandemia e ai lockdown localizzati (soprattutto in Cina). Negli Stati Uniti, nel Regno Unito e in Germania si sono registrati i rendimenti obbligazionari più alti da oltre un decennio a questa parte, con tassi di inflazione che si avvicinano alla doppia cifra. Finora le relazioni societarie sono state generalmente positive: l’ultimo trimestre ha visto gli utili dell’S&P 500 sorprendere positivamente salendo del 4%, con il 76% delle relazioni che hanno sorpreso in positivo e solo il 19% che hanno deluso. Anche a livello di portafoglio globale siamo stati più che soddisfatti degli utili riportati dalle società.
Nonostante il contesto, le società in portafoglio di Comgest hanno registrato una crescita degli utili e una buona performance, sia per sviluppi idiosincratici come il successo dei farmaci per l’obesità di Novo Nordisk / Eli Lilly, sia per sinergie come nel caso di Essilor Luxottica (dopo l’acquisizione di Grand Vision, che potrebbe vedere i margini passare da circa il 15 a quasi il 20% nei prossimi anni).
Per il futuro gli analisti e gestori della società di asset management confidano sulla resilienza degli utili delle proprie società (CAGR aggregato degli EPS a 5 anni del 12%), tutte caratterizzate da bilanci solidi (posizione di cassa netta aggregata), margini elevati, capacità di compensare l’inflazione con aumenti di prezzo e una sensibilità economica relativamente bassa.
Un portafoglio bilanciato non basta più
La Federal Reserve statunitense (Fed) è stata costretta ad aumentare i tassi di interesse a breve termine al 20% nel giugno 1981 per tenere sotto controllo l’inflazione, proprio mentre l’economia americana stava entrando in una grave recessione. Da allora, i tassi di interesse sui titoli del Tesoro a 10 anni sono scesi dal 15,8% allo 0,5% (da settembre 1981 ad agosto 2020).
Questo calo dei tassi d’interesse ha fornito una forte spinta ai portafogli bilanciati composti da una combinazione di azioni e titoli di Stato (o altri strumenti a reddito fisso), in quanto le obbligazioni e le azioni hanno spesso mostrato una correlazione negativa nei periodi di stress. Questo approccio agli investimenti ha dato ottimi risultati per gran parte degli ultimi 40 anni.
Nell’agosto 2020, la Fed ha annunciato di essere disposta a lasciare che l’inflazione aumenti prima di aumentare i tassi di interesse. Da allora, l’aumento dell’inflazione ha costretto la Fed ad alzare i tassi, nonostante l’aumento delle probabilità di recessione. Negli ultimi tre anni, ma ancor di più oggi, le obbligazioni e le azioni globali tendono a calare insieme. Per questo Comgest ritiene che non si possa più puntare sulle obbligazioni per sostenere un portafoglio come avveniva un tempo.
Di conseguenza, gli investitori con un profilo di rischio equilibrato faticano a trovare alternative per ottenere rendimenti simili corretti per il rischio. Per questo motivo, è stato presentato agli investitori Comgest Growth Global Flex un’ottima alternativa: offre l’accesso al nostro portafoglio azionario globale quality growth combinato con uno schema quantitativo proprietario che copre dinamicamente le esposizioni ai mercati azionari regionali e alle valute dei mercati sviluppati utilizzando strumenti derivati, a seconda del contesto di mercato. Il processo di hedging è flessibile (tra lo 0% e il 100% delle esposizioni) e si basa su modelli multi-strategici sofisticati ma intuitivi.
L’hedging quantitativo è un’area in cui dal 2012 Comgest ha rafforzato le proprie competenze di investimento per offrire agli investitori un veicolo di investimento azionario che mira a fornire rendimenti interessanti controllando i rischi di mercato. A fine settembre 2022, a più di cinque anni dalla sua nascita, il fondo Comgest Growth Global Flex ha garantito rendimenti corretti per il rischio e una gestione del drawdown migliori rispetto a un mix 60% azioni globali/40% obbligazioni globali.