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Indagine di KPMG

Aziende più attente al reporting ESG, ma la metà usa metodi superati per gestire i dati

Le aziende sono indietro nei metodi per la gestione dei dati ESG. La maggior parte delle grandi aziende sta potenziando le proprie capacità di reporting e di gestione dei dati ESG e prevede di aumentare gli investimenti in questo settore nei prossimi anni. Tuttavia, sebbene il gruppo più numeroso ritenga di essere all’avanguardia in queste aree, quasi la metà delle aziende intervistate da KPMG dichiara di utilizzare ancora metodi superati come i tabulati (prospetti costituiti da una serie di fogli contenenti l’elaborazione dei dati) per gestire i propri dati ESG.

Per lo studio “Addressing the Strategy Execution Gap in Sustainability Reporting”, KPMG ha intervistato 550 membri di consigli di amministrazione, dirigenti e manager di aziende pubbliche e private, di cui circa due terzi con un fatturato superiore a 1 miliardo di dollari, per lo più in Nord America e in Europa, e in un’ampia gamma di settori per comprendere come le diverse organizzazioni si stessero preparando per affrontare la predisposizione della nuova reportistica in materia di sostenibilità.

Settori coinvolti e posizioni degli intervistati all’interno dell’azienda

Il tema è percepito dalle aziende come molto importante e c’è una consapevolezza di dovere dedicare una consistente dotazione di risorse per potere essere all’altezza della sfida. Il 90% degli intervistati ha dichiarato di voler aumentare gli investimenti indirizzati alla rendicontazione ESG nei prossimi tre anni.

Investimenti previsti nella rendicontazione ESG nei prossimi tre anni

La maggiore quota di risorse finanziarie (43%) sarà impegnata dalle aziende per rafforzare la presenza di personale ESG dedicato, al secondo posto si trovano gli investimenti in software specifici ESG (40%), seguono formazione e addestramento dei dipendenti (38%) e strumenti di raccolta e gestione dei dati (37%).

Aree di investimento significative per l’attività di reporting di sostenibilità

Secondo KPMG, c’è una discrepanza tra le capacità di reporting ESG percepite dalle aziende e quanto siano effettivamente pronti e preparati a predisporre i documenti previsti dalla CRSD. In particolare, anche se l’83% degli intervistati dichiara che le proprie organizzazioni sono in anticipo rispetto ai colleghi in materia di reporting sulla sostenibilità, lo studio evidenzia come in realtà molti sembrano continuare a fare affidamento su una raccolta dati altamente manuale, con i fogli di lavoro che sono indicati come il principale sistema di gestione dei dati ESG utilizzato (per il 47% dei partecipanti all’indagine). Solo il 38% afferma di utilizzare sistemi ERP (Enterprise Resource Planning) con moduli ESG, e soltanto il 37% di utilizzare soluzioni software ESG specializzate e il 33% di utilizzare soluzioni di gestione dei dati ESG.

Il miglioramento della gestione dei dati è considerato il modo più efficace per integrare gli impegni di sostenibilità con gli obiettivi aziendali generali, ma le organizzazioni si trovano ancora di fronte a difficoltà nell’integrare una strategia di sostenibilità nella loro struttura aziendale più ampia a causa dei vincoli di risorse e dei limiti interni ai vari dipartimenti.

Sebbene quasi la metà delle aziende continui ad affidarsi a fogli di lavoro per i propri dati ESG, la maggior parte (58%) riferisce di avere in programma di sviluppare ulteriormente le proprie capacità di reporting ESG migliorando l’analisi e consolidando dei dati tramite l’utilizzo dell’intelligenza artificiale e l’apprendimento automatico nei prossimi tre anni. Inoltre, il 49% sottolinea che sta attualmente formando i dipendenti e il management per migliorare la qualità del reporting ESG.

Miglioramenti ai sistemi di raccolta e gestione dei dati ESG nei prossimi 3 anni

L’indagine di KPMG rileva anche che per molte organizzazioni, oltre alla necessità di soddisfare i requisiti di conformità, la creazione di capacità ESG è considerata uno strumento chiave per migliorare le prestazioni organizzative. Il “miglioramento della gestione dei dati ESG e delle capacità di reporting” è indicato come il modo migliore dal 45% degli intervistati per migliorare l’integrazione degli obiettivi di sostenibilità con quelli aziendali generali.

Come migliorare l’integrazione degli obiettivi sostenibili con quelli generali del business

Analogamente, l’83% delle aziende (tra aumento significativo al 24% e aumento moderato al 59%) prevede di aumentare le responsabilità ESG nei ruoli non ESG nei prossimi tre anni, con le competenze e le capacità più preziose in quest’area, tra cui l’analisi dei dati ESG, la gestione della sostenibilità della catena di fornitura, la valutazione e la gestione del rischio ESG e la gestione e il reporting delle emissioni di carbonio.

Integrazione delle responsabilità ESG nei ruoli non ESG e capacità ESG più preziose nei prossimi 3 anni

Il rapporto esplora anche alcune delle principali barriere che le aziende devono affrontare nel tentativo di integrare una strategia di sostenibilità nei loro obiettivi aziendali più ampi, con “risorse insufficienti o capacità di collaborare efficacemente” che emerge come la sfida principale (per il 44% degli intervistati). 

Sfide che ostacolano la collaborazione in materia di sostenibilità

Analizzando più nel dettaglio la barriera legata alle risorse, l’indagine rileva che il 21% segnala difficoltà nel misurare il ritorno sull’investimento per le attività ESG e il 19% cita vincoli di budget o priorità concorrenti.

Le principali sfide nell’allocazione di risorse finanziarie adeguate alle attività ESG

Un’altra sfida fondamentale all’integrazione della sostenibilità citata dagli intervistati è rappresentata dai vincoli interni e dalla comunicazione limitata tra i reparti. In particolare, per ottenere un migliore coordinamento, oltre tre quarti degli intervistati dichiara di aspettarsi una ristrutturazione organizzativa per allineare meglio gli obiettivi di sostenibilità con la strategia aziendale complessiva, compreso il 33% che prevede una “ristrutturazione importante”.

Ristrutturazione organizzativa per allineare gli obiettivi di sostenibilità con la strategia aziendale complessiva