Mediobanca ha chiuso i dodici mesi 2023 con ricavi 3,6 miliardi di euro (+9% a/a), utile netto a 1,27 miliardi (+24% a/a), ROTE al 14% (+1pp) e dividendo per azione pari a 1,07 euro (+26% a/a). I risultati dell’esercizio rappresentano un buon avvio del Piano One Brand-One Culture confermandone gli obiettivi (EPS a 1,80 euro, ROTE 15%) e la visione e traiettoria basate su sviluppo prioritario del Wealth Management (WM), Corporate & Investment Banking (CIB) sempre più “K-light”, internazionale e sinergico con il WM, contribuzione elevata e sostenibile dal Consumer Finance (CF) e Insurance (INS).
“Nell’esercizio 2023-24 il gruppo ha saputo raggiungere i migliori risultati di sempre in termini di ricavi, di utile, di redditività e distribuzione agli azionisti, dando puntuale avvio alle principali iniziative del Piano 23-26” ha dichiarato Alberto Nagel, Amministratore Delegato di Mediobanca, “Lo scenario dei prossimi mesi si presenta incerto per dinamiche geo-politiche e macro e richiederà la capacità di volgere in opportunità un contesto atteso volatile. Mediobanca è in una posizione privilegiata per la specializzazione del suo modello, l’approccio responsabile, le competenze distintive di prodotto, il posizionamento, unico in Italia, sulle famiglie imprenditrici. Con queste peculiarità e attraverso una gestione sempre più efficiente degli attivi e del capitale, abbiamo iniziato il secondo anno del Piano One Brand – One Culture con obiettivo di essere una delle migliori storie di crescita e remunerazione per tutti gli stakeholders”.
Risultati ESG di Mediobanca
Il gruppo è impegnato a porre la sostenibilità al centro della propria strategia, perseguendo un equilibrio tra sviluppo economico, benessere sociale e preservazione dell’ambiente. Nel 2023 il gruppo ha rinnovato l’adesione a importanti protocolli internazionali, tra cui il Global Compact delle Nazioni Unite, i Principles for Responsible Banking e la Net Zero Banking Alliance. La sottoscrizione di queste iniziative e l’inclusione dei criteri ESG in tutti gli ambiti di attività hanno contribuito a migliorare il posizionamento della banca in alcuni rating ESG, tra cui ISS (Institutional Shareholder Services), che ha assegnato il massimo punteggio in tutti e tre gli ambiti ESG – ambientale, sociale e di governance e CDP (Carbon Disclosure Project), che ha incrementato la valutazione da “C” a “B”, riconoscendo l’impegno nell’affrontare il proprio impatto ambientale.
Tutti i target ESG qualitativi e quantitativi inseriti nel Piano Strategico 2023-2026 One Brand – One Culture stanno progredendo in linea con le aspettative. In particolare per quanto riguarda gli aspetti ambientali, l’impegno, assunto con l’adesione alla Net Zero Banking Alliance (NZBA), di raggiungimento della neutralità carbonica entro il 2050, a settembre saranno pubblicati gli obiettivi intermedi al 2030 in tutti i settori altamente emissivi. Inoltre, le azioni finalizzate a una maggiore integrazione degli aspetti climatici nella strategia saranno descritte per la prima volta all’interno di un piano di transizione di gruppo.
Procede in linea con le previsioni anche la riduzione dell’intensità carbonica del portafoglio impieghi CIB, in calo di oltre il 20% (oltre l’obiettivo del 18% in orizzonte di piano). Il gruppo prosegue, inoltre, nel percorso di riduzione del proprio impatto diretto, confermando anche quest’anno l’utilizzo di energia elettrica proveniente al 100% da fonti rinnovabili e mantenendo la neutralità carbonica sulle proprie emissioni (Scope 1 e Scope 2 market-based).
Sui temi di diversità e inclusione si registra un incremento di tutti gli indicatori target del piano, tra cui il 20,2% di donne dirigenti sul totale (rispetto a 18,7% del 22-23) e il 18% (contro il 14,7% del 2223) del tasso di avanzamento delle promozioni femminili sul totale. Anche l’obiettivo relativo al sostegno ai progetti a impatto ambientale e sociale sta rispettando la progressione prevista, con un erogato superiore a 7 milioni di euro (obiettivo al 2026: 20 milioni cumulato).
L’obiettivo dedicato alla valutazione dei fornitori con criteri ESG ha raggiunto il 65% della spesa globale su un obiettivo del 70% a fine piano. Sul versante della finanza sostenibile, il gruppo ha già emesso uno dei due bond sostenibili previsti nell’arco di piano. Lo scorso dicembre Mediobanca ha ottenuto la certificazione sulla parità di genere, in conformità con gli standard UNI/PdR 125:2022 prevista dal PNRR.
L’attenzione ai bisogni della comunità e all’inclusione delle categorie socialmente deboli e a rischio esclusione, in particolare quella dei giovani, è alla base di alcune iniziative con un contributo di oltre 7 milioni di euro nell’esercizio.
Sul fronte invece della governance, è stato lanciato il nuovo Long Term Incentive Plan 23-26, finalizzato ad allineare la remunerazione delle risorse di vertice del gruppo con i risultati del Piano Strategico 2023-2026. Ed è stato conseguito l’obiettivo relativo al lancio del Piano di azionariato diffuso per incrementare il senso di appartenenza delle persone del gruppo. Un altro traguardo raggiunto è stata l’ammissione della banca al regime di adempimento collaborativo dell’Agenzia Entrate, grazie al suo sistema di rilevazione, misurazione, gestione e controllo del rischio fiscale, in conformità ai requisiti di tax compliance previsti da Banca d’Italia e in linea con i principi di comportamento raccomandati dall’OCSE.
Inoltre, Mediobanca ha ampliato l’offerta ESG differenziata per linee di business. Per quanto riguarda il Wealth Management, sale al 50% la percentuale di prodotti ESG (fondi SFDR Articoli 8 e 9) in portafoglio ai clienti e si registrata un incremento anche nella produzione di fondi ESG da parte del gruppo (+7 nuovi fondi vs. i 9 totali previsti dal piano). Le dinamiche di mercato, che vedono un marcato calo della domanda di mutui, pesano sull’obiettivo relativo ai mutui green, la cui nuova produzione si attesta all’11,5% (a fronte di un 19% entro il 2026). Per quanto riguarda la business unit Consumer, a fronte di un obiettivo di incremento del 15% CAGR della nuova produzione di finanziamenti ESG nell’orizzonte piano, l’esercizio ha registrato una sovra-performance pari a +43%. Per CIB, la divisione ha costituito un team di advisory dedicato alla transizione energetica, che è stato advisor di molteplici operazioni climate-related. Si attestano al 46% i bond originati e al 38% i nuovi finanziamenti con caratteristiche ESG, a fronte di un obiettivo cumulato di piano rispettivamente del 50% e del 40%.
Oltre l’84% dei dipendenti sono formati su temi ESG con l’obiettivo di raggiungere il 100% entro il 2026, di cui il 100% dei consulenti finanziari e il 65% dei consulenti wealth hanno ottenuto la certificazione EFPA (con obiettivo del 100% in orizzonte Piano). Oltre 10 milioni le pillole di educazione ambientale e finanziaria già inviate ai clienti Compass, su un totale previsto di 35 milioni entro il 2026.
Sul fronte tecnologico, infine, il gruppo ha costantemente presidiato le innovazioni più recenti per migliorare l’efficienza e la capacità di servire i clienti. Tutte le attività fin qui descritte sono oggetto di un’articolata reportistica di sostenibilità che mantiene il suo fulcro nella Dichiarazione Consolidata di carattere Non Finanziario, completa delle informazioni utili per l’ammissibilità alla Tassonomia UE e accompagnata dal Task Force on Climate-related Financial Disclosures (TCFD) Report e dal Principles for Responsible Banking (PRB) Report, per la prima volta soggetto a limited assurance. In aggiunta a quanto sopra riportato, forniscono informazioni in ambito sostenibilità il Pillar III ESG e il Green and Sustainability Bond Report.