Spadaro - consulente | ESGnews

L'intervista al consulente

Spadaro: “Grazie alle domande ESG della MiFID II riusciamo a definire portafogli più resilienti”

Le integrazioni al questionario di profilatura MiFID II, che permettono al consulente finanziario di indagare se il cliente abbia interesse per gli investimenti ESG e raccogliere eventuali ulteriori informazioni, stanno assumendo un ruolo centrale nel processo di pianificazione finanziaria. Il questionario sulle preferenze di sostenibilità, infatti, ha avuto il merito di esaltare l’aspetto valoriale della relazione tra il consulente e il cliente, consentendo al professionista finanziario di acquisire dei dati più puntuali sull’interesse del cliente rispetto ai temi ESG. Una premessa per riuscire a selezionare con più facilità i prodotti migliori da inserire in portafoglio. 

Secondo il consulente finanziario Sebastian Spadaro, è oramai impensabile prescindere dalle considerazioni relative alle tematiche ESG nel processo di pianificazione, anche perché sempre più studi indicano che i vincoli ambientali, sociali e di governance non rappresentano un limite al rendimento rispetto agli investimenti non sostenibili, anzi permettono di mitigare i rischi e investire nelle aziende più innovative. “Ormai è assodato che investire nella sostenibilità non significhi rinunciare al rendimento”, afferma Spadaro in questa intervista a ESGnews, in cui il consulente indica come riesce a integrare l’approccio ESG nel suo lavoro di consulenza dei clienti e come li guida alla scoperta di quegli investimenti che tengono in considerazione i processi che domineranno la scena dei mercati negli anni a venire, come la transizione ecologica. 

Quando ha iniziato a occuparsi di investimenti sostenibili?

Mi sono avvicinato al mondo degli investimenti sostenibili già nel 2010-2011. Da allora ho approfondito gradualmente i temi ESG e dal 2017 ho cominciato a inserirli con sistematicità nei portafogli di investimento dei clienti. L’investimento sostenibile porta un valore aggiunto ai clienti nel processo di pianificazione finanziaria. Quando si definiscono gli investimenti l’obiettivo generalmente è quello di trarre un utile e di gestire le complessità di mercato, ma considerare anche l’aspetto valoriale consente di avere un approccio più completo all’investimento, migliorando l’efficienza dei portafogli. Un processo di selezione nel corso del quale il consulente deve cercare di innescare uno scambio educativo con il cliente, per renderlo più consapevole degli scenari attuali.  

Da quando è stato inserito il questionario sulle preferenze di sostenibilità nella MiFID II com’è cambiato il suo modo di comunicare al cliente su questi temi? 

Ho colto come un’opportunità questo ulteriore tassello che completa la regolamentazione MiFID. Il questionario, infatti, permette di partire da alcuni dati oggettivi e procedere attraverso un confronto colloquiale con il cliente, durante il quale si possono indagare le sue preferenze in materia di investimenti etici, i suoi valori personali e i suoi obiettivi finanziari. Prima della revisione  della normativa mancava l’aspetto emozionale e valoriale al processo di pianificazione finanziaria.

È opportuno sottolineare anche che le istituzioni, tra cui la Banca d’Italia e la BCE, sono state in grado di vincolare sempre di più gli approcci ESG alla gestione dei bilanci delle aziende. Norme che hanno facilitato l’aumento della trasparenza e la qualità delle aziende da inserire in portafoglio.  

Qual è la sfera ESG di maggiore interesse per i suoi clienti?

La crisi energetica e l’attuale scenario economico hanno accelerato l’interesse verso gli investimenti ESG, con l’aspetto ambientale che è quello che suscita maggiore attenzione da parte dei clienti, sempre più consapevoli della necessità di affrontare il cambiamento climatico. Una sensibilità che in termini di investimento si traduce nel privilegiare il tema della transizione, dalla gestione dei consumi energetici a quella dell’acqua. Sulla gestione dell’acqua, in particolare, negli ultimi decenni si è riscontrata una disattenzione delle istituzioni, che ora devono correre ai ripari e riqualificare le reti idriche per evitare la dispersione di un elemento tanto prezioso ed è diventata una risorsa così preziosa che le soluzioni tecnologiche per difenderla rappresentano un interessante tema di investimento.

Un altro tema è quello legato alla diversità e alle pari opportunità, argomento verso cui donne e millennial mostrano maggiore sensibilità, anche se oramai questioni come la valorizzazione dei talenti femminili rientrano tra le priorità di una fascia sempre più ampia di investitori.

L’aspetto legato alla governance, invece, riscuote minore interesse. Sono questioni a volte più tecniche e non tutti sono interessati ad approfondire temi interni all’azienda come l’anticorruzione o le procedure per l’esercizio del diritto di voto. Tuttavia, ci sono clienti più attenti a questi aspetti che richiedono che i propri investimenti ESG tengano anche in considerazione il fattore della governance, soprattutto per avere più fiducia nell’azienda in cui investono. 

Nel contesto di crisi legato all’inflazione e all’instabilità geopolitica nota un calo nell’interesse degli investitori verso i temi ESG?

Al contrario, la maggioranza dei clienti ha mostrato un aumento dell’attenzione verso i temi ESG in seguito alle criticità che il mercato ha presentato nell’ultimo anno. Tuttavia si registrano anche clienti con interessi opposti, che scelgono di seguire i trend investendo, ad esempio,  nel nucleare, con un atteggiamento distonico rispetto agli approcci degli ultimi anni. Ma la maggioranza ha capito il valore dell’integrazione degli elementi ESG all’interno dei portafogli. Se si analizza lo Stoxx Europe 600, ad esempio, si osserva che le aziende che presentano un alto livello di integrazione dei fattori ESG nella strategia aziendale riescono a performare meglio delle altre società. Investire nella sostenibilità non significa quindi rinunciare al rendimento, timore dominante fino a qualche anno fa. 

Quali sono adesso i temi e i settori su cui puntare per investimenti che rispettino i criteri ESG e al tempo stesso garantiscano nel tempo buoni rendimenti?

Oltre all’energia e all’acqua, anche il settore dell’agricoltura di precisione avrà un impatto importante. L’Italia è un Paese che vive di agricoltura e dunque può trarre vantaggio da sistemi più avanzati da un punto di vista scientifico e tecnologico. Anche l’intelligenza artificiale e la space economy sono temi che avranno rilevante seguito in futuro. La tecnologia è ormai parte del nostro quotidiano, uno strumento che potrebbe aiutarci a vivere meglio. 

Sicuramente, però, la gestione delle risorse energetiche e naturali sono le questioni che dominano i mercati e che sono strettamente connesse agli obiettivi che la comunità internazionale si è posta per il 2030 e il 2050. La transizione energetica e il cambiamento climatico rimarranno i veri protagonisti dei prossimi anni.