MESA Matteo Giudici | ESG News

Intervista a Matteo Giudici, ceo di MESA

Il software ESG MESA primo italiano nella classifica dei migliori provider di Verdantix

MESA è l’unica società italiana presente nella prestigiosa classifica Verdantix, punto di riferimento internazionale per chi sceglie i software aziendali. Nell’ultimo rapporto Smart Innovators: ESG & Sustainability Reporting and Data Management Software 2025, la società di consulenza britannica ha selezionato i 38 migliori fornitori globali di soluzioni informatiche per la rendicontazione di sostenibilità e la gestione dei dati ESG. Partendo da un elenco di oltre 200 operatori, l’analisi ha vagliato la capacità dei software provider di servire aziende di grandi dimensioni, con un fatturato superiore al miliardo, la solidità della struttura, generalmente con più di 50 dipendenti, e la completezza delle funzionalità di analisi e reporting. Un criterio chiave di selezione è stata anche la capacità di coprire in modo approfondito tutte le variabili ambientali, sociali e di governance, offrendo servizi trasversali a diversi settori. 

Una volta superato il primo esame, i fornitori di software ESG sono stati valutati su ben dieci parametri considerati essenziali. Tra questi, la capacità di garantire un’acquisizione efficace dei dati, spesso già presenti in azienda, ma frammentati in sistemi che non comunicano tra loro. La flessibilità dell’offerta di standard di rendicontazione, permettendo alle aziende di conformarsi a diversi modelli in base alle proprie esigenze. O ancora, la capacità del software di strutturare un processo solido che supporti efficacemente le attività di assurance. 

MESA ha ottenuto il massimo del punteggio in ben quattro dei parametri considerati e un giudizio molto elevato anche negli altri indicatori, dimostrando la capacità di fornire uno strumento completo nelle diverse funzionalità. Tra i tool più avanzati, attualmente messi a disposizione da un numero limitato di operatori, vi è il servizio di ESG Benchmarking che grazie al potenziale dell’intelligenza artificiale generativa, presente in modo trasversale in tutta la piattaforma, confronta le performance del mercato in termini proprio di sostenibilità aziendale.

Essere inclusi nella report Verdantix non è solo una questione di prestigio, ma rappresenta anche un’importante leva di business, poiché molte aziende la utilizzano per orientare le proprie scelte strategiche di investimento in software.

“Per noi, che siamo una realtà italiana a capitale privato, che compete con grandi multinazionali estere, questo riconoscimento è stato di enorme valore e ci ha fornito una grandissima visibilità. Già il giorno successivo alla pubblicazione del report di Verdantix”, conferma Matteo Giudici, amministratore delegato di MESA, in questa intervista a ESGnews, “siamo stati contattati da una decina di aziende internazionali, realtà che mai avremmo immaginato potessero interessarsi a un’azienda italiana senza sedi globali”.

MESA è recentemente entrata nella prestigiosa classifica Verdantix per le soluzioni digitali ESG. Cosa rappresenta questo riconoscimento per la vostra azienda?

È sicuramente il riconoscimento di un lavoro importante che abbiamo svolto negli ultimi anni per valorizzare l’uso della tecnologia nel contesto della reportistica e gestione della sostenibilità in azienda. Mi fa particolarmente piacere vedere come il percorso affrontato con Verdantix sia stato impegnativo e rigoroso. Siamo stati sottoposti a un’attenta valutazione, durante la quale i nostri prodotti sono stati esaminati più volte in profondità. L’unico aspetto che, a mio avviso, avrebbe aggiunto una prospettiva più completa sarebbe stato un confronto diretto con i clienti per comprendere il loro grado di soddisfazione, ma l’analisi tecnica è stata estremamente approfondita.

Non si sono limitati a visionare demo, ma hanno esaminato il prodotto nella sua interezza, entrando nel dettaglio delle sue funzionalità. Ciò che ho apprezzato maggiormente è il fatto che abbiano riconosciuto come elemento distintivo l’integrazione dell’intelligenza artificiale. Inoltre, hanno aggiornato le loro metriche di analisi per riflettere questa evoluzione, offrendo una prospettiva innovativa e proiettata verso il futuro sul ruolo di queste tecnologie.

Quali aspetti delle vostre soluzioni sono stati maggiormente apprezzati?

La nostra piattaforma offre una visione completa e integrata dei processi di sostenibilità, consentendo ai clienti di gestire non solo il reporting con una libreria di standard di rendicontazione integrata per ESRS, GRI e VSME, ma anche la doppia materialità, i controlli interni, la gestione della value chain e degli ESG Rating, fino alla pubblicazione dei dati presso le agenzie e il benchmarking. 

Chi si approccia al nostro sistema parte spesso dal reporting, poiché rappresenta la necessità iniziale, ma con noi non è poi costretto ad acquistare ulteriori piattaforme per gestire gli altri aspetti della sostenibilità: può proseguire con un’unica soluzione.

Un altro elemento distintivo è l’integrazione dell’intelligenza artificiale generativa, un aspetto su cui Verdantix ci ha riconosciuto un forte carattere di innovazione.

Infine, c’è l’aspetto contenutistico. I nostri prodotti incorporano già gli standard normativi e le best practice del settore, riducendo significativamente i tempi di implementazione. Abbiamo anticipato le esigenze delle aziende, strutturando la piattaforma in modo che sia immediatamente operativa, senza la necessità di lunghi progetti di personalizzazione.

Siete tra i pochissimi fornitori che offrono servizi di benchmarking con i competitor. Come funziona questo meccanismo e su quali dati si basa?

Noi non disponiamo di un database proprietario, ma abbiamo scelto un approccio diverso: abbiamo sviluppato un motore di intelligenza artificiale, MESA COPILOT, capace di effettuare un reverse engineering dei bilanci. Questo significa che il cliente può caricare in autonomia i bilanci di concorrenti o peer di riferimento, e il sistema li analizza automaticamente, scomponendo i dati e mettendoli a confronto con quelli del proprio bilancio. In questo modo, il confronto avviene in maniera immediata e automatizzata.

Oltre a fornire un’analisi comparativa, il sistema permette di interagire attivamente, offrendo suggerimenti su possibili iniziative per migliorare gli indicatori di performance nel proprio settore. Queste iniziative possono essere integrate direttamente nel piano di sostenibilità dell’azienda, trasformandosi in azioni strategiche.

Qui entra in gioco il valore della nostra piattaforma integrata: il modulo di ESG benchmarking può essere utilizzato singolarmente, ma se si dispone anche del modulo di pianificazione della sostenibilità, le iniziative individuate dall’analisi competitiva possono essere trasferite direttamente nel piano strategico e sviluppate nel tempo.

Nel ciclo successivo di analisi, l’azienda potrà valutare se e in che misura le iniziative implementate abbiano contribuito al miglioramento delle proprie performance e dei relativi indicatori.

Avete ottenuto punteggi molto elevati anche sulla qualità dei dati. Può spiegarci come avviene la raccolta e l’integrazione delle informazioni?

Ciò che ha contribuito ad aumentare il nostro punteggio è proprio l’integrazione di controlli di primo livello già nella fase di raccolta dati.

Indipendentemente dal fatto che i dati siano inseriti manualmente o acquisiti da un sottosistema, il nostro tool prevede funzionalità di verifica immediata, i cosiddetti check test, che assicurano la coerenza delle informazioni. Inoltre, utilizziamo strumenti di intelligenza artificiale capaci di analizzare anche la coerenza delle informazioni qualitative, un aspetto fondamentale.

Ad esempio, se viene richiesto di inserire dettagli sulle procedure di governance, il sistema è in grado di valutare la correttezza delle informazioni fornite, segnalando eventuali incongruenze e suggerendo correzioni basate sulla normativa vigente.

Un altro elemento chiave è la possibilità di connettersi direttamente alle fonti dei dati per verificarne l’accuratezza.

Infine, il sistema garantisce una completa tracciabilità delle attività: ogni operazione è soggetta ad approvazione da parte di diversi stakeholder e l’intero processo viene monitorato e registrato, assicurando il rispetto del principio di segregation of duties, un aspetto essenziale per i revisori.

È previsto un sistema di assurance per i dati, che è un po’ quello che dicevamo prima?

Sì, i controlli sono presenti a più livelli: primo, secondo e terzo.

I controlli di secondo livello intervengono, in linea con quanto la legge 262 prevede per la reportistica finanziaria, per verificare la coerenza e il rispetto delle procedure nell’inserimento dei dati. Grazie all’AI vengono effettuate delle campionature e dei test di verifica.

Inoltre, un aspetto fondamentale è il controllo di filiera. Il nostro sistema permette di integrare sia le gap remediation ovvero l’analisi di eventuali carenze, la definizione di azioni correttive e la loro implementazione per colmare le lacune, garantendo conformità e miglioramento continuo – sia l’audit della filiera nella raccolta dati, offrendo uno strumento particolarmente apprezzato dal mercato.

Siete ben posizionati anche nella reportistica volontaria. A quale standard fate riferimento?

Principalmente al GRI, di cui siamo anche certificati.

Abbiamo utilizzato il SASB per alcuni clienti internazionali, ma, essendo maggiormente focalizzati sui mercati europei e dell’Asia-Pacifico, il riferimento principale rimane il GRI. Lo standard SASB, invece, è attualmente più diffuso negli Stati Uniti.

Ora molte aziende sono in attesa della definizione delle norme previste dal pacchetto Omnibus e dell’implementazione definitiva degli standard VSME. Il passaggio da un modello all’altro è semplice?

Passare dal GRI al VSME non è immediato, poiché vi sono molte differenze, soprattutto nella parte qualitativa. La transizione da uno standard all’altro può risultare complessa.

Il nostro sistema è multinormativo, quindi se un cliente inizia con il GRI, può integrare al suo interno anche gli indicatori ESRS, riconducendoli alla struttura del GRI, che ha un’impostazione più flessibile.

Gli ESRS, invece, sono molto più rigidi, come evidenziato anche nelle critiche emerse durante il processo di Omnibus. Questo implica che chi utilizza gli ESRS deve considerare in modo preciso tutti i datapoint richiesti.

Se un’azienda parte con il GRI e incorpora alcuni elementi degli ESRS, sarà più facile adattarsi agli ESRS con le future revisioni. Tuttavia, se si utilizza un GRI nella sua forma più tradizionale, come era strutturato un anno fa, il passaggio agli standard ESRS può essere più complesso.

Per facilitare questa transizione, il nostro sistema sfrutta l’intelligenza artificiale, che aiuta nei processi di migrazione, trasformando soprattutto gli aspetti qualitativi più che quelli quantitativi.