Transizione energetica

Come cogliere le opportunità che derivano dalla gestione dei consumi di energia delle aziende

La transizione del sistema energetico verso un mondo a basse emissioni di carbonio sta rimodellando il modo in cui le aziende si procurano energia e con cui generano valore finanziario. I progressi tecnologici, infatti, permettono alle imprese di ridurre radicalmente la loro intensità di consumi, migliorando anche l’efficienza, assicurandosi energia a prezzi accessibili da fonti a basse emissioni di carbonio. In questo scenario le aziende leader hanno un approccio proattivo e gestiscono il tema del consumo energetico in modo consapevole e anticipando i tempi, assicurandosi un vantaggio competitivo rispetto ai concorrenti. È studiando gli esempi di successo che PwC distilla quelle che sono le principali lezioni di cui ogni azienda deve fare tesoro per trasformare la gestione attiva dei consumi energetici in un fattore strategico, come evidenziato nel report Capturing the energy-demand opportunity: Practical steps for business leaders

Nel report, PwC sottolinea anche come il compito dei manager sia di ripensare all’energia come a un elemento di creazione di valore per la propria attività, garantendo che risorse sufficienti siano destinate alla pianificazione delle azioni sul lato della domanda di energia, all’attuazione dei cambiamenti e degli investimenti necessari e al monitoraggio dei risultati.

I vantaggi di pianificare la propria strategia energetica (lato domanda)

Controllare il proprio consumo di energia può produrre vantaggi finanziari significativi per le imprese. Come dimostra la ricerca di PwC, infatti, gli investimenti destinati all’innovazione energetica come l’installazione di elettrodomestici più efficienti come prestazioni energetiche, l’ammodernamento degli edifici e l’utilizzo di software per ottimizzare l’uso delle apparecchiature, spesso si ripagano rapidamente, garantendo al contempo significative riduzioni delle emissioni. 

Le opportunità che le aziende possono generare dal cambiamento nei proprio modelli di consumo di energia, possono assumere molte forme. Alcune imprese sviluppano la propria capacità di generazione e stoccaggio di energia rinnovabile, che garantisce una fornitura economica di energia e consente loro di vendere l’energia in eccesso alla rete. Altre stipulano accordi in cui le società di servizi energetici le pagano per ridurre il consumo di energia durante i periodi di picco della domanda. In altre parole, tutte investono nella gestione della domanda energetica con l’obiettivo di generare rendimenti. E riconoscono anche, aggiunge PwC, che non agire potrebbe esporli a rischi normativi o di mercato, come l’aumento delle tariffe di rete (che derivano da maggiori investimenti nelle reti elettriche) o le tasse sul carbonio.

Punto di partenza: l’inventario delle risorse che possono creare valore energetico

Un passo fondamentale per la creazione di valore attraverso l’efficientamento dei consumi energetici è lo sviluppo di un inventario completo delle risorse adeguate. Oltre agli asset strettamente connessi all’energia (come le attrezzature degli impianti o i veicoli aziendali elettrici), ve ne sono altri che possono generare valore energetico. “Per esempio, un fondo immobiliare globale ha affittato i tetti aziendali non utilizzati a società energetiche in modo che potessero installare pannelli solari”, si legge nel report. 

Nel pensare a come i vari asset possono creare valore, le aziende leader tengono conto anche delle tasse e degli incentivi “green”. Per esempio, negli Stati Uniti, una componente dell’Inflation Reduction Act (IRA) premia le aziende che investono nella generazione rinnovabile o nello stoccaggio di energia, sottolinea PwC.

Misurare il progresso dell’efficienza dei consumi energetici

Per ottenere dei progressi nell’efficienza dei consumi energetici delle imprese, è importante anche la fase della misurazione, ovvero la definizione di indicatori di prestazione per valutare se l’azienda sta avanzando verso i suoi obiettivi di creazione di valore. Per farlo, PwC ha costruito un indice di azione sul lato della domanda che tiene traccia dei progressi delle singole aziende nell’ottimizzazione della domanda di energia, nel perseguimento dell’indipendenza energetica e nelle operazioni di elettrificazione. Finora, PwC ha esaminato 100 grandi società di quattro settori.

Tecnologia, media e telecomunicazioni

Le aziende leader di questo settore (TMT), rappresentate nei grafici di sopra dalla linea rossa, guadagnano circa 23.600 dollari o più di entrate per gigajoule (GJ) di energia consumata e ricavano il 96% o più della loro energia da fonti elettriche. Al contrario, le aziende che non efficientano i consumi di energia, guadagnano 2.500 dollari o meno di entrate per GJ, il che suggerisce che potrebbero migliorare considerevolmente la loro efficienza energetica. 

Mercati di consumo

Anche nel caso delle aziende dei mercati di consumo (Consumer markets), le società leader (in questo caso con edifici più efficienti) realizzano ricavi più elevati, pari a circa 6.300 dollari o più (per GJ di consumo energetico), mentre quelle meno efficienti hanno profitti pari a circa 1.100 dollari o meno. In questo settore, un intervento che ha effetti particolarmente positivi sull’efficienza energetica delle aziende è la conversione delle flotte di veicoli aziendali in elettrici: il 65% o più dell’energia di queste aziende proviene dall’elettricità. 

Produzione industriale e automobilistica

Tra le società di produzione industriale e settore automotive (Industrial), le esigenze di trasporto, i requisiti di produzione di massa e la dipendenza da macchinari pesanti e processi ad alta temperatura generalmente si traducono in livelli elevati di intensità energetica, insieme a un notevole margine di azione sul lato della domanda. Anche in questo caso, le aziende che operano maggiori interventi di efficienza energetica ottengono il 63% o più della loro energia sotto forma di elettricità, contro il 25% delle società non leader. 

Metalli e miniere

Come per l’industria, anche le aziende del settore minerario e dei metalli fanno molto affidamento su asset ad alta intensità energetica alimentati da combustibili fossili. In questo settore, le aziende leader hanno fatto passi da gigante verso l’indipendenza energetica diversificando nelle energie rinnovabili e investendo in asset di generazione e stoccaggio su larga scala, arrivando così a produrre il 3,3% o più di energia (rispetto allo 0,01% o meno delle altre imprese).

I mercati energetici sono pronti a supportare gli interventi delle imprese sui consumi di energia? 

Le opportunità per le aziende di partecipare ai mercati energetici varia in base ai Paesi. In questo contesto, PwC ha analizzato i mercati energetici delle 20 principali economie e assegnato loro un punteggio in termini di disponibilità e maturità di otto meccanismi chiave che supportano la partecipazione dal lato della domanda (compresi i meccanismi per le tariffe di alimentazione delle energie rinnovabili, gli accordi di acquisto di energia e servizi accessori). Il risultato è che la metà dei mercati energetici, tra cui l’Italia (5° posto), può già supportare gli interventi delle imprese sui consumi energetici.