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Politica estera

UK: il Ministro dell’Ambiente si dimette per azione inefficace del governo sul clima

Venerdì 30 giugno Zac Goldsmith, ministro degli esteri britannico per i territori d’oltremare, il commonwealth, l’energia, il clima e l’ambiente, ha dato le dimissioni tramite una lettera ufficiale in cui riprende il primo ministro Rishi Sunak per gli sforzi insufficienti attuati verso il cambiamento climatico e questioni ambientali importanti, che avrebbero reso la carica di Goldsmith “insostenibile”.

Nella lettera, l’ora ex-ministro interpella in prima persona Sunak, dicendo che “il problema non è che il governo è ostile verso l’ambiente”, ma che il primo ministro sarebbe “semplicemente disinteressato. E la mancanza di un segnale, che è essa stessa un segnale, è ricaduta giù su tutto il governo, causando una paralisi”.

Goldsmith non manca di ricordare ciò che il Regno Unito è riuscito a ottenere nei quattro anni precedenti in termini di politica per l’ambiente, mentre la “paralisi” sembra essere emersa solo nei mesi più recenti. A conferma dell’impegno passato, Goldsmith infatti cita il ruolo giocato alla COP26 e i risultati ottenuti a Glasgow, gli obiettivi per la biodiversità approvati a Montreal e lo sforzo per nuove leggi per la protezione degli oceani. Inoltre, menziona programmi di finanziamento con impatto globale come il biodiverse lanscapes fund e il blue planet fund, ma anche progressi sulla tutela della fauna, come l’action plan for animal welfare. Gli impegni di quest’ultimo, però, sono stati via via abbandonati, e la legge finale non è passata, nonostante le promesse del primo ministro. Questo è stato un campanello d’allarme che si è poi tradotto in altre promesse mancate e scelte definite dall’ex ministro “sbagliate”, che hanno portato Goldsmith alla decisione di dimettersi. Tra le azioni che rimprovera al governo, vi è l’impegno non mantenuto di investire oltre 11,6 miliardi di sterline a supporto del clima e dell’ambiente. Secondo Goldsmith, inoltre, il ministro non avrebbe commentato questo cambio di direzione perché l’ultimo anno di investimento del programma cade dopo le prossime elezioni, e sarà quindi un problema per il prossimo governo, non l’attuale.

“Tutti i sondaggi ci rivelano che le persone si preoccupano per gli ecosistemi e per il benessere delle altre specie viventi, affinché possiamo lasciare un mondo migliore di quello attuale alle prossime generazioni”, ha concluso Goldsmith nella lettera di dimissione, “Ma l’apatia di questo governo nei confronti della sfida più grande di sempre ha reso il mio ruolo insostenibile. È quindi con grande riluttanza che do le mie dimissioni come ministro, al fine di focalizzare le mie energie dove possono essere più utili”.