Bene gli investimenti per raggiungere il net zero perseguendo gli obiettivi di sostenibilità ambientale, ma la sicurezza energetica risente dei disinvestimenti degli ultimi anni nel settore del petrolio e del gas. È questa la prospettiva di una delle persone più influenti nel settore petrolifero, Amin H. Nasser, presidente e amministratore delegato di Aramco – la compagnia petrolifera dell’Arabia Saudita – che ha parlato in occasione della seconda edizione del Saudi Capital Market Forum, di cui Aramco è sponsor. Il numero uno della principale compagnia petrolifera mondiale ha espresso al sua visione sull’ESG e sul ruolo del mercato dei capitali nello sviluppo economico.
La compagnia petrolifera dell’Arabia Saudita, pur essendo controllata al 94% dal governo saudita, è quotata in borsa dal 2019 e tra gli azionisti annovera asset manager come Vanguard, BlackRock, Goldman Sachs e Fidelity. Nasser è quindi consapevole del ruolo dei mercati finanziari nel guidare l’economia globale e di farlo in una direzione che vuole sostenere la transizione energetica e il raggiungimento degli obiettivi net zero. Tuttavia, pur condividendo questi obiettivi di fondo, ha avvertito che il livello degli investimenti nel settore del petrolio e del gas è attualmente quasi la metà di quello di circa 10 anni fa e questo, secondo il Ceo di Aramco, influirà negativamente sulla sicurezza energetica globale.
“Dal mio punto di vista, per una transizione energetica globale meno rischiosa, tutti – compresi i mercati dei capitali di tutto il mondo – devono avere una visione più realistica ed equilibrata di come si svolgerà la transizione energetica globale“, ha dichiarato.
“Per quanto riguarda il futuro dei mercati dei capitali, l’ESG è chiaramente una tendenza in crescita. A mio avviso, una maggiore enfasi sull’ESG va nella giusta direzione. Tuttavia, se le politiche ESG vengono attuate con un pregiudizio automatico nei confronti di tutti i progetti energetici convenzionali, il conseguente sottoinvestimento avrà serie implicazioni”, ha aggiunto Nasser.
Secondo il Ceo di Aramco, le ripercussioni di questi investimenti si stanno già vedendo: “il costo del capitale per i progetti petroliferi e del gas è aumentato a causa di un rischio percepito più elevato e la scarsità di capitale è un fenomeno comune, guidato dall‘ESG“.
“Questo mi porta a una questione centrale che vorrei sottoporre alla vostra attenzione: la transizione energetica globale e il modo in cui gli operatori del mercato dei capitali la percepiscono“, ha proseguito Nasser.
Storicamente, ribadisce il Ceo, i mercati dei capitali hanno svolto un ruolo cruciale nello sviluppo dei settori del petrolio, del gas e della chimica. Settori che hanno offerto rendimenti piuttosto elevati. “Tuttavia, gli investimenti nel settore del petrolio e del gas sono diminuiti drasticamente. Nel 2022 gli investimenti upstream sono stati di circa 400 miliardi di dollari, meno della metà del picco raggiunto nel 2014. Il motivo principale è la pressione esercitata da più parti per interrompere tutti i nuovi investimenti nel settore petrolifero e del gas. Pressioni che si basano su ipotesi e argomentazioni a mio avviso errate”, ha commentato Nasser.
Secondo il Ceo del colosso petrolifero, i sostenitori della narrativa della transizione energetica dipingono l’immagine di un “mondo utopico in cui le alternative sono pronte a sostituire petrolio e gas quasi da un giorno all’altro“. Tuttavia, secondo Nasser, proprio come ha dimostrato la crisi energetica in Europa, le alternative non sono ancora in grado di sostenere il “pesante fardello” della domanda globale. Per questo il sistema energetico nel futuro prossimo continuerà a dipendere dal petrolio e dal gas, soprattutto in settori come il trasporto pesante, l’industria pesante e la produzione di energia.
In questo contesto, secondo Nasser la transizione energetica globale presenta alcune sfide importanti per i mercati dei capitali, ma anche alcune opportunità significative. “Le opportunità sono ovvie, dato che saranno necessarie enormi quantità di capitale. Secondo alcune stime, la spesa cumulativa entro il 2050 per raggiungere le ambizioni di zero netto sarà di 275.000 miliardi di dollari. La sfida corrispondente è la provenienza di tutti questi capitali. Alcuni investitori azionari globali riconoscono l’attuale divario tra domanda e offerta di capitale e riconoscono la necessità di maggiori investimenti”, ha sottolineato il leader del settore petrolifero.
Un’altra sfida per i mercati dei capitali secondo Nasser è rappresentata dalla differenza tra il mondo sviluppato e quello in via di sviluppo: “nel mondo sviluppato, le fonti e le tecnologie energetiche alternative sono fortemente incentivate da alcuni governi… Nel frattempo, nei Paesi in via di sviluppo, la transizione energetica globale ha importanti implicazioni economiche e sociali. Il finanziamento pubblico di una transizione energetica su una scala e a una velocità paragonabili a quelle delle nazioni più ricche è semplicemente impossibile” osserva Nasser.
Secondo il Ceo di Aramco, piani di transizione irrealizzabili porteranno a delle pesanti conseguenze, tra cui la compromissione dell’accessibilità economica e la creazione di insicurezza energetica.
“Detto questo”, ha proseguito Nasser, “la sfida più grande per i mercati dei capitali legata alla transizione energetica globale è trovare il giusto equilibrio. In particolare, finanziare le nuove fonti energetiche continuando a sostenere l’energia convenzionale e la sua decarbonizzazione”.
In conclusione del suo intervento, Nasser ha poi ribadito che oggi i Paesi non sono sulla giusta strada, dato che non investono abbastanza nella cattura e nello stoccaggio del carbonio e dell’idrogeno, due aree critiche per la transizione ma che hanno ricevuto nel 2022 solo l’1% dei 1.100 miliardi di dollari destinati alla transizione energetica globale.
“I mercati dei capitali hanno l’evidente opportunità di affrontare contemporaneamente il trilemma dell’accessibilità energetica, della sicurezza energetica e della sostenibilità. Ripristinando gli investimenti nelle fonti energetiche convenzionali vitali. Aumentando gli investimenti nelle tecnologie che riducono l’impronta di carbonio del petrolio e del gas. E, naturalmente, continuando a investire in nuove fonti energetiche, tra cui le energie rinnovabili e l’idrogeno blu e verde“, ha concluso il Ceo di Aramco.