Il processo di rinnovamento degli immobili italiani nell’ottica della transizione energetica è assolutamente nel vivo: è questo ciò che emerge dai dati presentati sul proprio sito Internet dalla nota società CRIF.
Il fatto che il patrimonio mobiliare italiano necessitasse di un importante processo di efficientamento era un qualcosa di arcinoto: nel nostro Paese, infatti, gli immobili datati sono tantissimi e, fino a poco tempo addietro, molti di essi erano fortemente inefficienti dal punto di vista energetico.
Oggi fortunatamente grazie alle numerose ristrutturazioni che sono state poste in essere, peraltro supportate da diverse tipologie di incentivi fiscali, la situazione è cambiata in modo significativo e ci sono ancora degli ampi margini di miglioramento.
Quanto alle nuove costruzioni, invece, non vi sono criticità da segnalare: la maggior parte di esse, infatti, risponde a standard energetici molto elevati.
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Gli ottimi risultati ottenuti attraverso le ristrutturazioni
Per quanto concerne gli immobili ristrutturati, in riferimento all’anno 2023, ben il 44% di essi sono stati portati alla classe energetica A; un risultato, questo, di indiscusso rilievo, a cui si affianca il fatto che il 42% di essi ha raggiunto, tramite interventi mirati, le classi energetiche B, C e D, le quali possono comunque essere considerate piuttosto valide.
Ovviamente, i processi di efficientamento energetico degli immobili possono basarsi su interventi tra loro molto diversi, anzi è assai frequente che nelle ristrutturazioni si effettuino, contestualmente, azioni di diversa tipologia.
Certamente può fare la differenza installare dispositivi efficienti, soprattutto per quel che concerne la climatizzazione; al di là dell’efficienza in senso stretto, è doveroso sottolineare che la tecnologia ha compiuto degli autentici passi da gigante negli ultimi tempi e che il mondo della domotica sa essere utilissimo non solo per accentuare il comfort, ma anche per evitare gli sprechi.
È molto importante che l’immobile sia termicamente ben isolato: da questo punto di vista può far la differenza installare dei serramenti con capacità di coibentazione notevoli e se l’ingresso dell’abitazione si affaccia direttamente su uno spazio outdoor, anche la porta blindata deve presentare caratteristiche utili in tal senso: i modelli visionabili su arieteporteblindate.it, ad esempio, vantano delle capacità di isolamento termico di alto livello.
È piuttosto diffusa, inoltre, la realizzazione dei cosiddetti “cappotti termici”, interventi di edilizia basati sulla posa in opera di pannelli isolanti in corrispondenza delle pareti dell’immobile al fine di ridurre al minimo la dispersione termica.
Gli immobili di nuova realizzazione: quasi sono estremamente efficienti
Per quanto concerne le nuove costruzioni residenziali, come si diceva, gli standard in termini di efficienza energetica solo altissimi.
Secondo CRIF, infatti, nel 2023 ben il 93% di esse rientrava nella classe energetica A, una percentuale, questa, che è destinata a salire ulteriormente negli anni che verranno.
A tal riguardo è utile sottolineare che la Direttiva Case Green dispone che dal 1 gennaio 2030 tutti gli immobili, anche non residenziali, di nuova costruzione debbano essere ad emissioni zero, di conseguenza la percentuale presentata non deve destare stupore.
Il patrimonio immobiliare nazionale del futuro: i possibili scenari
Considerando i progressi che si stanno compiendo sia grazie alle ristrutturazioni che grazie al notevole apporto delle nuove costruzioni, quale potrebbero essere le caratteristiche del patrimonio immobiliare nazionale in futuro?
Compiere una previsione, in tal senso, non è semplice, proprio per questo motivo CRIF ha immaginato diversi possibili scenari.
Secondo lo scenario più avverso, nel 2050 gli immobili residenziali di classe energetica A saranno il 14% del totale, mentre il 18% del totale corrisponderebbe ad immobili appartenenti alle classi B, C e D.
Secondo lo scenario più florido, invece, nel 2050 ben il 37% degli immobili residenziali italiani potrebbe appartenere alla classe energetica A, seguito da un 30% appartenente alle classi B, C e D.