La Commissione europea ha concesso alle case automobilistiche tre anni di tempo per adeguarsi agli standard sulle emissioni di CO2. L’annuncio, arrivato al termine del secondo meeting per il Dialogo strategico sul futuro dell’automotive in Europa, rappresenta un segnale di flessibilità per il settore automobilistico e dei suoi fornitori, che nella seconda metà del 2024 aveva sofferto di un calo della domanda di auto elettriche, con la conseguenza di una riduzione dei profitti e che adesso si fronteggia con le conseguenze derivanti dai dazi statunitensi. La Borsa ha avuto una reazione immediata, con un rialzo nei titoli di Volkswagen, Stellantis, Renault, Bmw, Mercedes-Benz e Porsche.
Con la concessione di tre anni per raggiungere gli standard, l’obiettivo rimane di permettere alle aziende di avere dal 2025 al 2027 target invariati, ma che con il nuovo meccanismo garantirà “più respiro all’industria”, senza penalizzare chi ha già investito in piani di transizione. La riforma originaria, approvata a febbraio 2023 dal Parlamento europeo, prevedeva un livello medio sulle emissioni di CO2, da rispettare dal 1° gennaio 2025, di 93,6 grammi per ogni auto venduta. Al non raggiungimento del livello medio erano previste sanzioni di 95 euro per ogni grammo di CO2 in più, moltiplicato per gli articoli venduti.
Per evitare le maxi-multe del piano, che nel 2024 aveva stabilito un livello medio di 115 grammi, i produttori erano incentivati dalla vendita delle auto a batteria, utilizzando forme alternative di energia per il raggiungimento dei risultati.
Priorità del Piano d’Azione
Oltre alla concessione di maggiore tempo, la Commissione ha individuato nuove priorità strategiche per il futuro del settore automobilistico in Europa, che verranno consolidate nel Piano d’Azione, basate sulla creazione di un’alleanza industriale che permetta di accelerare lo sviluppo della guida autonoma in un quadro regolatorio di mercato unico, basato su investimenti su chip e sull’intelligenza artificiale per i veicoli già dotati dei software.
Insieme all’investimento tecnico vi è anche il rafforzamento della filiera delle batterie, con fondi per 362 milioni di euro entro il 2027 e un’armonizzazione dei programmi di incentivi all’acquisto di auto a basse o zero emissioni.
Commenti e critiche
La decisione è stata accolta dal settore favorendo le novità, ma con annesse critiche legate alle conseguenze della troppa flessibilità, che se portano da una parte maggiore competitività nel mercato dei veicoli elettrici dall’altra rimane una sfida importante, che per avere dei risultati necessita di un impegno effettivo. Tra gli Stati membri favorevoli alle decisioni l’Italia e la Repubblica Ceca erano tra le prime ad aver chiesto un allentamento delle sanzioni, con il favore da parte di Adolfo Urso, ministro delle Imprese e del Made in Italy, che definiscine l’industria automobilistica europea “salva”.