Negli ultimi trent’anni, il consumo globale di carbone è raddoppiato. Ad affermarlo è l’Agenzia internazionale dell’energia (AIE) in un report. Un dato che evidenzia quanto sia difficile abbandonare questo combustibile, nonostante la necessità di contrastare il cambiamento climatico e che conferma quanto ancora ci sia da fare per raggiungere la neutralità climatica.
Il carbone, storicamente alla base della rivoluzione industriale occidentale, rimane quindi ancora una risorsa economica e facilmente disponibile, soprattutto per le economie in via di sviluppo, che faticano a rinunciarvi. Questo accade anche perché le fonti rinnovabili, pur diventate più competitive grazie alla riduzione dei costi, non riescono a garantire continuità senza il supporto di altre fonti energetiche, spesso fossili. Inoltre, il carbone metallurgico utilizzato nella produzione di acciaio è particolarmente difficile e costoso da sostituire.
Dal rapporto dell’Agenzia emerge che le economie avanzate, nonostante gli impegni dichiarati, stanno rallentando il processo di eliminazione del carbone. E per i Paesi emergenti, la sfida è ancora più grande: la necessità di garantire energia per sostenere la crescita economica e migliorare il benessere di popolazioni in aumento rende indispensabile l’uso di fonti economiche e facilmente reperibili. Questa dinamica è evidente nei record storici di consumo previsti per il carbone e altre fonti fossili, che, secondo l’Agenzia, non diminuiranno almeno fino al 2027.
Parallelamente, l’aumento della popolazione mondiale, passata da 5,7 a 8,2 miliardi dal 1995 a oggi, e la triplicazione del PIL globale hanno alimentato una domanda energetica senza precedenti. tant’è che assieme a quella del carbone, anche la domanda di gas è raddoppiata dal 1995 (con una stima richiesta di 4.200 miliardi di metri cubi nell’anno corrente) e quella del petrolio è cresciuta quasi del 50% (raggiungendo quasi i 103 milioni di barili al giorno). Nonostante la prospettiva preoccupante, l’Agenzia evidenza anche che la generazione delle rinnovabili risulta in continua crescita, essendosi moltiplicata dal 1995.
A contribuire a questo contesto ci sono Paesi, come la Cina e in generale molte nazioni asiatiche, che hanno compiuto enormi progressi industriali e tecnologici. Questo è stato un fattore che ha aumentato di molto la domanda di energia. Oggi la Cina è “leader” non solo nel consumo di materie prime e fossili, ma anche nell’installazione di impianti rinnovabili e nucleari.
Nonostante i progressi delle tecnologie verdi, la transizione energetica globale resta quindi lenta e complessa, denuncia lo IEA ostacolata dalle esigenze di sviluppo economico e dal crescente fabbisogno energetico.