Sono tre i progetti di ricerca selezionati dai revisori a cui Ager (Agroalimentare e ricerca) destinerà i 2,5 milioni di euro messi a disposizione dalle Fondazioni, di cui Fondazione Cariplo è capofila, per il bando “Dal suolo al campo – Approcci multidisciplinari per migliorare l’adattamento delle colture al cambiamento climatico”, nato con l’intento di migliorare le produzioni agroalimentari e salvaguardare la salute e la fertilità dei suoli italiani. Il bando, che si è chiuso lo scorso ottobre, ha stimolato la candidatura di proposte fortemente interdisciplinari in linea con le aspettative di fabbisogni di ricerca e di innovazioni rilevati da Ager, a dimostrazione che lo studio dei consorzi microbici e della loro interazione con le piante è un tema di grande attualità e che si presta a numerose applicazioni pratiche.
“Siamo molto soddisfatti dell’eccellente qualità scientifica dei progetti che ci sono pervenuti e dello sforzo profuso dagli enti di ricerca italiani. I ricercatori hanno colto appieno gli obiettivi e le finalità del bando, presentando progetti innovativi e in grado di generare risultati scientifici di qualità e con ricadute operative in campo”, ha dichiarato Claudia Sorlini, presidente del Comitato di Gestione di Ager, “Proprio per garantire una concreta applicabilità delle innovazioni e favorire la crescita dell’agroalimentare come motore di sviluppo dei territori, nella terza edizione di Ager abbiamo affiancato ai valutatori scientifici esperti nel campo dell’innovazione e delle tecnologie. L’esito delle valutazioni ha messo in evidenza la stretta aderenza dei progetti agli obiettivi del bando e l’alta qualità scientifica delle proposte, in gran parte giudicate come eccellenti o buone e quindi degne di finanziamento. Infine, da donna e da ricercatrice, desidero sottolineare il contributo di Ager alla parità di genere nell’ambito della ricerca, visto che i tre progetti selezionati saranno guidati da altrettante donne”.
Questi progetti sono accomunati da approcci originali e da un forte carattere innovativo. Le ricerche, condotte da team multidisciplinari dislocati su tutto il territorio nazionale, toccheranno colture tipiche italiane, quali la vite, il riso, l’actinidia, il cece e il pisello. I risultati offriranno soluzioni e modelli di studio adattabili e trasferibili ad altre colture, ampliando ulteriormente la ricaduta delle innovazioni prodotte dalla ricerca.
Entrando nello specifico, un primo progetto – “SOS KIWI” – studierà come contrastare una pericolosa malattia dell’actinidia, la Kiwifruit Vine Decline Syndrome (KVDS), di cui al momento non sono ancora stati identificati gli agenti causali. Il progetto analizzerà i meccanismi alla base di questa sindrome, identificherà i biomarcatori utili per la diagnosi e studierà strategie di controllo e prevenzione che facciano anche uso di comunità microbiche sintetiche.
Un secondo progetto – “PLANTìA” – si pone l’obiettivo di migliorare la fertilità del suolo e facilitare la gestione delle coltivazioni di vite, cece e pisello. L’approccio prevede la realizzazione di tè di compost (estratto acquoso fermentato ottenuto da compost vegetale) potenziati con consorzi microbici composti da microrganismi benefici con capacità di biocontrollo e biostimolante. Oltre alla fertilità, il nuovo prodotto sarà testato in campo per valutare la capacità di difesa della vite e delle leguminose da malattie fungine, come ad esempio oidio e peronospora.
Infine, il terzo progetto – “Enabling the potential of the unexplored: exploiting tailored microbial consortia to enhance environmental, societal and economic sustainability and resilience of Italian agro-ecosystems” – valuterà direttamente in campo le potenzialità di un consorzio di microrganismi sulle colture della vite e del riso. In particolare, il progetto vuole favorire l’attitudine delle piante a reclutare una comunità microbica selezionata e testata in laboratorio e inoculata nel suolo. Il tutto con gli obiettivi di aumentare la tolleranza delle due colture agli stress conseguenti alle mutate condizioni ambientali, migliorare la fertilità del suolo e la qualità dei prodotti.
L’avvio dei progetti è previsto nella seconda metà del 2023.