Era il 1987 quando nel report Our common future, noto come Rapporto Brundtland, appare per la prima volta la definizione di sviluppo sostenibile. Presentato dall’allora ministro norvegese Gro Harlem Brundtland, presidente della Commissione mondiale su ambiente e sviluppo (World Commission on Environment and Development, WCED) che era stata istituita quattro anni prima (1983), il documento fornisce la prima definizione di sviluppo sostenibile, divenuta punto di riferimento per tutto il pensiero successivo. Per il Rapporto Brundtland è sostenibile uno sviluppo che soddisfa i bisogni dell’attuale generazione senza compromettere la capacità delle generazioni future di soddisfare i propri. Da quel momento in poi, e sempre di più con il passare del tempo, il termine sostenibilità è entrato nel linguaggio istituzionale e comune. Associata a economia, ambiente e persone, la sostenibilità presuppone una visione di lungo periodo che consideri gli impatti delle azioni e delle attività umane sugli ecosistemi e sulla società e garantisca la loro continuazione nel tempo.
Ma come la definiscono oggi, dopo oltre 35 anni da Brundtland, le principali organizzazioni internazionali, l’intelligenza artificiale di ChatGPT e l’enciclopedia Treccani? E quali sono i limiti e le difficoltà, se ve ne sono, dello sviluppo sostenibile?
Indice
Cos’è la sostenibilità per ChatGPT
ChatGPT, cos’è la sostenibilità? Se si pone all’IA questa domanda, ChatGPT fornisce in primo luogo la definizione di Brundtland e quindi: “la sostenibilità è un concetto che si riferisce alla capacità di soddisfare i bisogni del presente senza compromettere la possibilità delle future generazioni di soddisfare i propri (bisogni)”. Poi continua: “È un principio guida che cerca di equilibrare esigenze economiche, sociali e ambientali, garantendo un utilizzo responsabile delle risorse naturali”.
L’IA evidenzia poi che il concetto di sostenibilità si articola principalmente in tre pilastri: sostenibilità ambientale, economica e sociale.
La sostenibilità ambientale si focalizza sulla protezione e la gestione responsabile delle risorse naturali e degli ecosistemi. Questo include la riduzione dell’inquinamento, la gestione sostenibile delle risorse naturali (come acqua, aria, suolo, biodiversità) e la lotta al cambiamento climatico.
La sostenibilità economica riguarda la creazione di economie che possano sostenersi nel lungo termine, garantendo prosperità e benessere. Questo implica lo sviluppo di modelli economici che favoriscano l’innovazione, l’efficienza e la resilienza, minimizzando gli sprechi e ottimizzando l’uso delle risorse.
Infine, la sostenibilità sociale mira a promuovere equità, giustizia sociale e benessere per tutti e tutte. Questo comprende il miglioramento della qualità della vita, l’accesso a servizi essenziali (come istruzione, sanità e alloggi adeguati), e la promozione dei diritti umani e dell’integrazione sociale.
Cos’è la sostenibilità secondo la Treccani
L’enciclopedia italiana per eccellenza, la Treccani, dopo aver anch’essa citato il rapporto Brundtland, definisce la sostenibilità partendo dal profilo ambientale, il quale è stato il primo ad aver attirato l’attenzione delle istituzioni da quando le prime ricerche scientifiche hanno iniziato a dimostrate gli impatti delle attività umane sul Pianeta e le conseguenti alterazioni degli stati di equilibrio ecosistemici in atto.
E dunque, la Treccani evidenzia che la sostenibilità ambientale discende dallo studio dei sistemi ecologici, tra le cui caratteristiche assumono rilevanza proprietà quali la capacità di carico, le possibilità di autoregolazione, la resilienza e la resistenza che, nel loro insieme, influiscono sulla stabilità dell’ecosistema. Un ecosistema in equilibrio è infatti implicitamente sostenibile e maggiore è la sua stabilità, maggiori sono le sue capacità di autoregolazione rispetto a fattori interni, e soprattutto esterni, che tendono ad alterarne lo stato di equilibrio. Gli elementi che disturbano l’equilibrio degli ecosistemi sono le relazioni che gli stessi instaurano con un altro tipo di sistema complesso, come per esempio quello antropico. L’interazione tra due sistemi complessi aumenta le probabilità di perturbazioni e fa aumentare il rischio di alterazioni irreversibili.
Proprio ciò che sta accadendo in questo momento sul nostro Pianeta.
In particolare, poi, continua la Treccani, la ricerca scientifica pone attenzione sulla possibilità che si verifichino le cosiddette reazioni non lineari, ovvero alterazioni irreversibili dell’equilibrio del sistema ambientale in prossimità di valori soglia della capacità di carico, o di recupero, del sistema stesso. La capacità di risposta e regolazione dei sistemi interessati alle perturbazioni a sua volta è tanto maggiore quanto più grande è la varietà strutturale e funzionale del sistema.
Questi elencati sono concetti chiave su cui è nato il dibattito sulle questioni legate alla sostenibilità che ha poi, registrato una profonda evoluzione. Infatti, partendo da una visione centrata preminentemente sugli aspetti ecologici, il concetto di sostenibilità è approdato verso un significato più globale, che tenesse conto, oltre che della dimensione ambientale, di quella economica e di quella sociale.
I tre aspetti sono stati comunque considerati in un rapporto sinergico e sistemico e, combinati tra loro in diversa misura, sono stati impiegati per giungere a una definizione di progresso e di benessere che superasse in qualche modo le tradizionali misure della ricchezza e della crescita economica basate sul PIL.
In definitiva, si legge sulla Treccani, la sostenibilità implica un benessere (ambientale, sociale, economico) costante e preferibilmente crescente e la prospettiva di lasciare alle generazioni future una qualità della vita non inferiore a quella attuale.
Tale approccio può essere formalizzato mediante funzioni di benessere sociale, ossia relazioni tra il benessere della società e le variabili che concorrono allo stato economico e alla qualità della vita. In questo senso, continua l’enciclopedia appare particolarmente importante la distinzione tra sostenibilità debole e sostenibilità forte. La prima ammette la sostituzione, all’interno del capitale da tramandare alle generazioni future, del capitale naturale con capitale prodotto (quello creato dall’uomo), mentre la sostenibilità forte introduce la regola del capitale naturale costante. Le argomentazioni a favore di quest’ultima si basano sul fatto che un sistema ambientale meno complesso sarebbe meno dotato di quelle proprietà (resilienza, stabilità, capacità di autoregolazione) che ammortizzano il rischio di reazioni non lineari.
La sostenibilità è inoltre un concetto dinamico, spiega Treccani, in quanto le relazioni tra sistema ecologico e sistema antropico possono essere influenzate dallo scenario tecnologico. Sotto il profilo operativo, l’assunzione del paradigma dello sviluppo sostenibile implica l’adozione di un sistema di valutazione che determini la sostenibilità di interventi, progetti, sistemi e settori economici. Per questo, ricorda la Treccani, a partire dalla fine del secolo scorso, si è diffusa la tendenza a valutare la sostenibilità di aree territoriali e di programmi di sviluppo. Si parla così di sostenibilità urbana, di sostenibilità dell’agricoltura, di turismo sostenibile. In tutti i casi, nel sistema di valutazione si tende a considerare in un unico quadro la sostenibilità ambientale, la sostenibilità economica e quella sociale di un intervento di sviluppo o di un settore della società o dell’economia.
La sostenibilità per le principali organizzazioni internazionali
Ecco come è definita la sostenibilità per l’ONU (Organizzazione delle Nazioni Unite), per l’Agenzia per la protezione ambientale degli Stati Uniti (EPA), per l’UNESCO (Organizzazione delle Nazioni Unite per l’Educazione, la Scienza e la Cultura) e per l’ISO (International Organization for Standardization).
ONU (Organizzazione delle Nazioni Unite)
Nell’Agenda 2030 per lo Sviluppo Sostenibile, in cui le Nazioni Unite hanno stabilito i 17 obiettivi di sviluppo sostenibile da raggiungere entro il 2030,la sostenibilità è definita come “un principio guida per lo sviluppo globale a lungo termine che bilancia le dimensioni economica, sociale e ambientale dello sviluppo”.
EPA (Environmental Protection Agency) degli Stati Uniti
L’EPA, invece, sul sito istituzionale scrive: “La sostenibilità è basata su un semplice principio: tutto ciò di cui abbiamo bisogno per la nostra sopravvivenza e benessere dipende, direttamente o indirettamente, dal nostro ambiente naturale. La sostenibilità crea e mantiene le condizioni sotto le quali gli esseri umani e la natura possono esistere in armonia produttiva, che permettono di soddisfare le esigenze sociali, economiche e di altri tipi delle generazioni presenti e future.”
UNESCO (Organizzazione delle Nazioni Unite per l’Educazione, la Scienza e la Cultura)
Mentre per l’UNESCO: “la sostenibilità è lo sviluppo che implica il miglioramento della qualità della vita per tutte le persone, senza superare la capacità portante degli ecosistemi che ci sostengono”
ISO (International Organization for Standardization)
Infine, per l’ISO, l’organizzazione internazionale più importante a livello mondiale per la definizione di norme tecniche e standard: “La sostenibilità riguarda il bilanciamento dei bisogni ecologici, sociali ed economici nel lungo periodo.” Come riportato nel testo dell’ISO 26000, guida sulla responsabilità sociale.
Personaggi famosi
Anche personaggi famosi, da cantanti a scienziati, si sono espressi sul tema nel corso degli anni. Per esempio, per il cantante degli U2 Bono: “La sostenibilità è l’equilibrio tra lo sviluppo umano e la protezione dell’ambiente. Non possiamo ignorare il nostro impatto sul pianeta mentre cerchiamo di migliorare la nostra qualità di vita. Dobbiamo trovare un modo per vivere in armonia con la natura”. Oppure per la giovane Billie Eilish: “La sostenibilità è vivere in modo da non distruggere il pianeta per le future generazioni. Significa fare scelte consapevoli ogni giorno, dall’abbigliamento che indossiamo al cibo che mangiamo, e prendere sul serio il cambiamento climatico”. E, ancora, per Sting: “La sostenibilità è il rispetto per la Terra e per tutte le forme di vita che ospita. Dobbiamo lavorare insieme per preservare le risorse naturali e proteggere gli ecosistemi per il bene di tutti”.
Mentre in Italia, due fra tutti in particolare, Jovanotti ed Elisa, hanno fatto sentire la propria voce in tema di sostenibilità. Il primo con il suo tour sulle spiagge, i Jova Beach Party, la seconda, con il Back to the future live tour 2022 che ha coinvolto venti regioni italiane, per più di una trentina di concerti, tutti all’insegna della sostenibilità ambientale. “La sostenibilità è un cammino, non solo una meta. È vivere in armonia con la natura, rispettando il mondo che ci circonda e le risorse che ci offre. Ogni piccola azione conta” dichiara Jovanotti. “Un impegno quotidiano per proteggere il nostro pianeta, riducendo l’impatto delle nostre azioni sull’ambiente. È una scelta di vita consapevole e responsabile” sostiene Elisa.
Le difficoltà di uno sviluppo sostenibile
Il raggiungimento di un modello di sviluppo sostenibile è un obiettivo non facile in quanto oggi è chiamato ad affrontare numerose problematiche. Di seguito si riportano alcune delle principali sfide, le quali richiedono soluzioni integrate e cooperative a livello locale, nazionale e globale e il coinvolgimento di governi, imprese, comunità e individui.
Cambiamento climatico
L’aumento delle emissioni di gas serra, principalmente causato dalla combustione di combustibili fossili, quindi dall’attività umana, porta al riscaldamento della temperatura terrestre e alla trasformazione delle caratteristiche climatiche di tutte le aree del Pianeta.
Tra gli impatti del cambiamento climatico ci sono la fusione dei ghiacciai, l’innalzamento del livello del mare, gli eventi meteorologici estremi, la perdita di biodiversità e impatti negativi su agricoltura e risorse idriche.
Degrado ambientale
La distruzione di habitat naturali, la deforestazione, l’urbanizzazione e l’inquinamento compromettono la salute degli ecosistemi e determinano una situazione di degrado ambientale. Quest’ultimo causa la perdita di biodiversità, la riduzione della qualità dell’aria e dell’acqua, e la destabilizzazione degli ecosistemi.
Esaurimento delle risorse naturali
L’uso insostenibile delle risorse naturali, quali acqua, suolo, minerali e combustibili fossili, porta alla loro scarsità.
Esaurire tali risorse implica la riduzione o la mancanza delle risorse disponibili per le future generazioni, un aumento dei conflitti per le risorse e impatti negativi sull’economia globale.
Inquinamento
L’inquinamento può essere atmosferico, quindi dell’aria, idrico, quindi interessare l’acqua, e terreno, quando nel suolo vi sono sostanze chimiche, plastica e altri rifiuti industriali e agricoli.
Gli impatti di tale fenomeno sono l’insorgenza di problemi di salute pubblica, la distruzione degli habitat naturali, e la contaminazione di risorse essenziali per la sopravvivenza umana.
Disuguaglianze sociali ed economiche
Le disuguaglianze nella distribuzione delle risorse e delle opportunità economiche e sociali.
Tra i principali impatti vi sono povertà, mancanza di accesso ai servizi essenziali, instabilità sociale e politica.
Crescita demografica
L’aumento della popolazione mondiale pone una pressione crescente sulle risorse naturali e sui sistemi di supporto della vita. Ciò implica una maggiore domanda di cibo, acqua ed energia, aumento dei rifiuti e degli inquinanti, degrado ambientale.
Gestione dei rifiuti
L’accumulo di rifiuti solidi e il loro smaltimento inadeguato sono causa di inquinamento, danni agli ecosistemi e rischi per la salute umana.
Sviluppo urbano insostenibile
L’espansione delle città senza un adeguato piano di sviluppo sostenibile determina una serie di impatti, tra cui congestione, inquinamento, perdita di spazi verdi e aumento della vulnerabilità ai sempre più frequenti eventi climatici estremi.
Agricoltura e allevamento intensivi
L’uso intensivo di terra, acqua, e prodotti chimici nell’agricoltura e nell’allevamento causano degradazione del suolo, inquinamento delle risorse idriche, perdita di biodiversità ed emissioni di gas serra.
Resistenza al cambiamento
La difficoltà nel cambiare abitudini, politiche e pratiche consolidate a favore di modelli più sostenibili. Questa tendenza comporta ritardi nell’implementazione di soluzioni sostenibili, mantenimento di pratiche dannose per l’ambiente, e mancanza di progresso verso gli obiettivi di sostenibilità.