Sistema agroalimentare

Candriam- ESG Talks: gli investitori devono promuovere la sostenibilità del sistema agroalimentare

Gli investitori, e in particolare i grandi investitori, hanno un’importante responsabilità nell’indirizzare i capitali verso dei sistemi alimentari più sostenibili. È questo il messaggio centrale emerso nel corso dell’ottavo appuntamento degli ESG Talks organizzati dalla Candriam Academy – Investors for tomorrow, una serie di webinar educativi che esaminano alcune delle questioni economiche, sociali e ambientali più pressanti del nostro tempo. 

L’incontro in questione, dal titolo “ESG in practice: assessing Food and Beverage companies’ externalities”, ha visto la partecipazione di alcuni esperti che hanno affrontato le principali criticità di tipo sociale, ambientale ed economico, legate alla filiera alimentare. In apertura, è intervenuta Sairindri Gita Christisabrina, ESG Analyst di Candriam, che ha presentato un focus sull’agricoltura, concentrandosi sugli effetti che ha sul cambiamento climatico. Dalle stime mostrate da Sairindri Gita Christisabrina, emerge che il 50% delle terre abitabili è destinato all’agricoltura e il 77% all’allevamento. Per fini agricoli, inoltre, viene dedotto il 70% dei prelievi globali di acqua dolce, e il settore agricolo causa il 78% dell’inquinamento globale di oceani e acqua dolce. “L’agricoltura è responsabile di quasi il 30% (>26%) delle emissioni globali di gas serra e del 70-80% della deforestazione. Inoltre, il 50% dei rifiuti globali di plastica deriva dal packaging utilizzato nella filiera alimentare”, ha aggiunto Sairindri. 

L’esperta ha descritto poi l’impatto che il sistema agroalimentare ha da un punto di vista sociale: quello agricolo, infatti, è il quarto settore al mondo in termini di sfruttamento derivante da lavoro forzato (11%), con 168 milioni di bambini che lavorano, e tra questi 85 milioni circa svolgono lavori pericolosi.

In seguito all’introduzione di Sairindri, come affrontare le esternalità e sfruttare le opportunità è il tema su cui si è concentrato l’incontro. Le tre strategie principali emerse dal dibattito sono: la diversificazione nelle scelte alimentari (ad es. ricorso a proteine alternative o ibride), l’utilizzo della tecnologia (ad es. per la tracciabilità dei prodotti), e l’impiego di metodi innovativi di packaging (ad es. utilizzando plastica riciclata al 100%, e collaborando con aziende biotecnologiche per sviluppare materiali biodegradabili). 

Dopo aver ricordato che ormai l’attenzione dei consumatori alla sostenibilità alimentare è molto alta, a proposito della tecnologia, David Nickell, Vice President Sustainability & Business Solutions at DSM, Animal Nutrition & Health, ha affermato che “essa è fondamentale per migliorare l’implementazione delle best practices”. Nickell ha poi sottolineato che è necessario che la tecnologia sia facilmente scalabile perché possa svolgere il suo ruolo di driver del cambiamento, rendendo il cibo sostenibile più accessibile a tutti. 

D’altra parte, Carlotte Lucas, Corporate Engagement Manager del The Good Food Institute Europe, ha toccato un tema centrale, che è il ruolo che deve ricoprire il governo “nel mettere le risorse nella ricerca per la tecnologia e investire il denaro per lo sviluppo di sistemi alimentari sostenibili”. 

Tutti e tre gli esperti, a conclusione dell’incontro, hanno evidenziato che gli investitori, soprattutto i grandi investitori, hanno un’enorme responsabilità nell’indirizzare i flussi sempre più verso i sistemi agroalimentari sostenibili.