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L'analisi di Jana Harvey - Senior Portfolio Manager di RBC BlueBay AM

Perché la nuova emissione del Cile apre nuove frontiere alle obbligazioni sostenibili (SLB)

Le obbligazioni legate alla sostenibilità (SLB) sono state lo strumento ESG più lento a decollare rispetto ad altri e non reggono per ora il confronto con i più affermati green bond. Pricing, assenza di legami stringenti  con uno specifico progetto ambientale o sociale e scarse penali in caso di mancato raggiungimento degli obiettivi sono le principali ragioni della situazione attuale. Ma nei prossimi 12 mesi la situazione è destinata a cambiare, spiega l’esperta di debito dei mercati emergenti Jana Harvey, BlueBay Senior Portfolio Manager, grazie anche all’ultima emissione del Cile che fa da apripista per questa nuova asset class.

Lanciate per la prima volta nel 2019 da Enel, dopo un forte aumento delle emissioni nel 2021, la popolarità di questo strumento è diminuita. Nel 2022, però, il Cile ha lanciato con successo la prima obbligazione sovrana legata alla sostenibilità (SLB) con struttura cedolare step-up, seguita poco dopo dall’Uruguay con un’altra innovativa struttura  step-up-step-down. 

Oggi ci sono 216 miliardi di dollari di obbligazioni legate alla sostenibilità in circolazione a livello globale [fonte HSBC, al 10 luglio 2023], vale a dire la parte più piccola dell’universo delle obbligazioni ESG, ma non per questo poco interessante. Con l’aumento della domanda di investimenti orientati all’ESG, infatti, ribadisce l’esperta di debito dei mercati emergenti di BlueBay, nei prossimi 12 mesi un numero crescente di Paesi si presenterà sul mercato con l’intenzione di emettere un’obbligazione ESG. Le obbligazioni “use of proceeds” (cioè quelle in cui la restituzione del capitale è garantito dall’emittente) saranno la prima scelta per molti, ma non per tutti. Per i Paesi che vogliono comunque attrarre capitali orientati all’ESG le obbligazioni SLB saranno uno strumento da prendere in seria considerazione e il mercato finirà per trovare delle soluzioni ai vincoli che hanno finora ostacolato lo sviluppo.

Le obbligazioni SLB potrebbero, inoltre, giocare un ruolo importante per responsabilizzare i Paesi sul rispetto degli impegni ESG, come i  Contributi Nazionali Determinati (NDC) che attualmente non sono giuridicamente vincolanti nell’ambito dell’Accordo di Parigi, contribuendo a ridurre il rischio che le amministrazioni future facciano marcia indietro sugli impegni presi, rendendo costosa la non aderenza agli stessi.

L’emissione 2022 del Cile non è stata un caso isolato e il paese sudamericano ha continuato a dimostrare il suo impegno verso gli obiettivi ambientali, e ora anche sociali, emettendo a fine giugno 2023 un’obbligazione SLB a doppia tranche in dollari e a singola tranche in euro che schiude nuove frontiere per i i titoli sovrani nell’ambito della finanza sostenibile. 

Per la prima volta un KPI social (più donne nei CdA) nei SLB del Cile

Le nuove obbligazioni SLB, come le precedenti, offrono agli investitori una cedola step-up di varia entità a partire dal 2030/31, nel caso in cui il Cile non aderisca a una serie di indicatori chiave di performance quali:

  • Impegni per la riduzione delle emissioni di gas serra;
  • Aumento della quota di energia rinnovabile nel sistema elettrico nazionale.

Questa volta, però, il Paese ha incluso anche un nuovo terzo indicatore di performance chiave (KPI) che copre la “S” di ESG, per la prima volta nel settore dei SLB sovrani: aumentare la percentuale di donne nei consigli di amministrazione delle società soggette alla supervisione della Commissione per i mercati finanziari (regolatore dei mercati locali), portandola al 40% rispetto al 14% del 2022.

Il Cile punta al 50% di debito ESG

Tra gli altri elementi da sottolineare per quanto riguarda questa emissione vi sono la lunga scadenza ( comprende obbligazioni con scadenza 2054) e l’offerta ai detentori di obbligazioni sovrane plain vanilla del Cile di scambiarle con i nuovi strumenti SLB. In questo modo potrebbe aumentare lo stock di debito obbligazionario ESG del Cile, che è già uno dei più grandi tra i suoi pari sovrani a livello mondiale, circa il 31% del debito totale in circolazione (terzo dopo Andorra e Hong Kong), prima di quest’ultima tranche, con l’obiettivo finale di una quota del 50% di obbligazioni ESG nel suo stock di debito pubblico. 

L’emissione, insieme alla gestione del debito in circolazione, è un’ulteriore dimostrazione dell’impegno del Cile a migliorare la propria performance ambientale e sociale e della sua fiducia nel raggiungimento di questi ambiziosi obiettivi.

Poiché il costo futuro  del finanziamento si lega  legato al raggiungimento di obiettivi, questi strumenti innovativi rappresentano per gli stati una grande opportunità per mostrare agli investitori l’impegno a migliorare le proprie caratteristiche ambientali, sociali e di governance, conclude Jana Harvey, e possono rivelarsi idonei sia ai mercati emergenti che a quelli sviluppati nel percorso verso un futuro più sostenibile.