Imprese e società sono un binomio da sempre inscindibile e la sostenibilità dà una chiave di lettura in più a questa relazione, spingendo verso nuovi equilibri nelle relazioni tra consumatori e imprese e tra società e mercati. Per questo la creazione di valore di un’impresa oggi non può essere limitata soltanto ai risultati economici e finanziari realizzati ma deve essere la risultante di una valutazione d’insieme che tenga conto anche del suo impatto ambientale e sociale e dei modi in cui una società è amministrata.
Alessandro Scarabelli, direttore generale di Assolombarda, racconta a ESGnews l’impegno delle imprese associate per fare in modo che la sostenibilità sia un fattore competitivo di successo, sia sempre più integrata nelle strategie operative delle società e rappresenti un’opportunità di crescita a lungo termine.
È un osservatorio di eccezione quello di Assolombarda, l’associazione di maggiori dimensioni nell’ambito del Sistema Confindustria che rappresenta oltre 7mila imprese di ogni dimensione e settore merceologico e che conta oltre 432mila addetti.
La transizione ecologica e digitale necessaria per accrescere la resilienza delle attività di impresa è un processo avviato ma che per compiersi, sottolinea Scarabelli, deve accompagnarsi alla transizione delle competenze di chi deve rendere possibile questo percorso teso al cambiamento. E nell’ottica di favorire tali cambiamenti Assolombarda ha anche realizzato un Desk ESG con esperti dedicati che offre un punto di riferimento unico per avere un primo orientamento e individuare il percorso più efficace per la propria azienda.
Dal vostro osservatorio, qual è lo stato di integrazione delle variabili ESG da parte delle imprese lombarde?
L’integrazione degli ESG nella cultura d’impresa costituisce, ormai per tutti, una priorità ineludibile. Le aziende di Milano, Monza e Brianza, Pavia e Lodi ne sono consapevoli e, in tal senso, stanno mettendo in campo un forte impegno finalizzato a cogliere questa opportunità. Come driver irrinunciabile per lo sviluppo di lungo termine. Il valore di un’impresa, oggi, dipende infatti in modo sempre più importante dalla valutazione dei suoi risultati economici, unitamente alla valutazione del suo impatto ambientale e sociale, e dal modo in cui è amministrata. Sono sempre di più, del resto, le aziende manifatturiere ma anche quelle operanti nell’ambito dei servizi a dedicare un grande impegno ad alcuni asset fondamentali che vanno nella direzione della transizione ecologica: penso, tra gli altri, alla decarbonizzazione, all’uso efficiente delle risorse, all’adozione di nuovi strumenti di rendicontazione e comunicazione di natura non finanziaria.
Alla luce di tale fotografia, quali priorità devono guidare le scelte strategiche delle aziende in questa fase e quali sono le principali sfide?
I fattori ESG danno una fotografia della capacità delle imprese di generare nuovo valore e della loro esposizione ai rischi. In questo quadro, però, occorre porre al centro del cambiamento un ulteriore tema, quello delle competenze. Le organizzazioni, per competere di più e cogliere le opportunità connesse all’adozione di un nuovo tipo di governance, dovranno diventare sempre meno “centralizzate” avvalendosi di persone preparate e in grado di utilizzare nuovi strumenti e metodi a supporto delle decisioni: è la strada verso la managerializzazione, un percorso non più rinviabile.
Le aziende a volte esprimono il timore che il percorso verso la sostenibilità possa compromettere la loro competitività o comportare un aumento dei costi. Come rispondete a queste preoccupazioni?
Le aziende sono, da tempo, impegnate a garantire la coesistenza di aspetti solo apparentemente inconciliabili, come produttività e tutela dell’ambiente, sviluppo del brand e crescita delle comunità. Per loro natura, sono orientate alla sostenibilità: garantiscono occupazione e, sempre più spesso, piani di welfare volti ad accrescere la soddisfazione e il benessere dei propri collaboratori, promuovono la diversità e l’inclusione, contribuiscono allo sviluppo delle comunità locali. Inoltre, sono sempre di più le imprese che investono sulla formazione del personale. Insomma, oggi le aziende sono agenti di cambiamento sociale, capaci di creare valore condiviso e ridurre le disuguaglianze.
Come può la sostenibilità diventare una leva di crescita economica per le imprese?
Le aziende, nel prossimo futuro, cresceranno se riusciranno a sviluppare, sempre di più, modelli di business resilienti capaci di integrare la sostenibilità ambientale e sociale nelle loro strategie operative e finanziarie. Per farlo, ribadisco la centralità delle competenze: si parla tanto di transizione ecologica e digitale, ma la transizione delle competenze è altrettanto rilevante in questo percorso teso al cambiamento.
A iniziare dalla CSRD, le aziende hanno subito una grande pressione regolatoria in materia di sostenibilità. Come giudicate l’attuale quadro normativo?
Le nuove regole relative alla Corporate Sustainability Reporting Directive aumenteranno, certamente, il numero di aziende che dovranno rendicontare il proprio impatto ambientale, sociale ed economico, spingendole a illustrare metriche, strategie, obiettivi e modelli di governance sui temi più rilevanti per le loro attività. È un cambio di paradigma che avrà ampie implicazioni anche sulle catene di fornitura, a vantaggio di una maggiore trasparenza, responsabilità e collaborazione tra clienti e fornitori. Quello che auspichiamo è che la transizione verso la sostenibilità sia anche accompagnata da politiche industriali coerenti e investimenti volti a sostenere le imprese che devono metterla in pratica.
Come Assolombarda come accompagnate le imprese per favorire lo sviluppo sostenibile?
L’Associazione, attraverso un confronto con i suoi stakeholder, ha valutato i suoi impatti più significativi e individuato i temi di sostenibilità rilevanti. Una scelta di responsabilità che ha determinato la definizione di iniziative strategiche da realizzare nei prossimi anni e le sue priorità di azione, sintetizzate in un manifesto che “cristallizza” il suo impegno ESG futuro; un documento che traccia la strada anche alle aziende associate. L’Associazione, attraverso un confronto con i suoi stakeholder, ha valutato i suoi impatti più significativi e individuato i temi di sostenibilità rilevanti. Una scelta di responsabilità che ha determinato la definizione di iniziative strategiche da realizzare nei prossimi anni e le sue priorità di azione, sintetizzate in un manifesto che “cristallizza” il suo impegno ESG futuro; un documento che traccia la strada anche alle aziende associate. Recentemente abbiamo presentato il Desk ESG, un servizio multidisciplinare capace di supportare sia le aziende che si stanno appena avvicinando a questi temi sia quelle con un livello avanzato di integrazione dei criteri ESG. La nostra squadra è composta da esperti in vari campi – dalla gestione degli impatti ambientali alla responsabilità sociale, fino alla governance aziendale – per offrire una gamma completa e personalizzata di soluzioni. Il nostro Desk ESG offre un punto di riferimento unico per avere un primo orientamento e individuare il percorso più efficace per la propria azienda.
Recentemente avete pubblicato un Bilancio di sostenibilità di Assolombarda, quali sono i principali obiettivi che vi siete posti e quali risultati avete ottenuto?
Sostegno al territorio e al suo tessuto economico-produttivo, valorizzazione di buone pratiche, diffusione di un ambiente di lavoro sicuro, equo e inclusivo, attenzione a promuovere modelli di governance virtuosi per favorire la partecipazione e la trasparenza, riduzione dell’“impronta ambientale”. Sono questi i principali obiettivi che ci siamo posti. Tra i risultati che abbiamo conseguito mi fa piacere ricordare che abbiamo realizzato circa 130 progetti a favore della comunità e del territorio, erogato 1.791 ore di formazione alle nostre persone per accrescere le loro competenze, coinvolto oltre 17mila ragazzi in attività di orientamento, ritenendo appunto che una formazione di qualità rappresenti una condizione essenziale di occupabilità futura e di una società equa e sostenibile. Inoltre, abbiamo ridotto i nostri consumi, diminuendo del -10% le emissioni prodotte rispetto al 2022, abbiamo siglato più di 40 accordi utili a supportare gli interessi delle imprese verso i decisori locali e nazionali e ampliato l’offerta dei nostri servizi ESG. Anche la nostra sede, Palazzo Assolombarda di Gio Ponti, è stata rinnovata in una logica di inclusività e sostenibilità. Oggi ospita nuovi spazi dedicati all’incontro e al dialogo con la città e il primo asilo del Sistema Confindustria con l’obiettivo di sostenere una società sempre più a misura di famiglia.