L’European Financial Reporting Advisory Group (EFRAG) ha pubblicato la sua bozza relativa alla rendicontazione delle informazioni sul clima che le aziende europee dovranno divulgare in base alle nuove regole di divulgazione ESG dell’UE, note come Direttiva sul Bilancio di Sostenibilità Aziendale (CSRD).
La proposta, presentata alla seduta plenaria dell’8 settembre come parte di un documento di lavoro più ampio, il “Climate Standard Prototype“, è stata redatta dal Cluster 2, uno dei 9 sottocomitati nominati dall’EFRAG, che si è occupato nello specifico della preparazione di un progetto di standard climatico che copra la mitigazione e l’adattamento al cambiamento climatico.
L’approccio seguito dal Cluster 2 è stato suddiviso in due fasi. La prima fase, ora completata, ha coinvolto l’analisi dello stato di avanzamento complessivo delle legislazioni e delle politiche dell’UE e internazionali (SFDR, tassonomia, ecc.), nonché dei quadri di rendicontazione relativi al clima (in particolare TCFD) e degli standard. In una seconda fase, ancora in corso, Cluster 2 ha iniziato a testare la qualità delle informazioni, valutando la materialità dal punto di vista dell’impatto e/o finanziario, progettando i contenuti, analizzando i datapoint e considerando la connettività con il reporting finanziario per ottenere un modello.
La bozza stabilisce 10 aree di divulgazione separate, che rientrano in tre macrocategorie Strategia, Attuazione e Misurazione delle prestazioni.
Le società dovranno valutare il loro business secondo una matrice di doppia materialità che prevede l’analisi degli effetti che il cambiamento climatico ha sul business aziendale ma anche quali sono gli impatti che la strategia ha sul cambiamento climatico.
Il Cluster 2 ha previsto inoltre la rendicontazione dei rischi e delle opportunità legati al clima che riguardano le proprie operazioni e l’intera catena del valore, un impegno concreto a livello di policy sulla mitigazione e adattamento al cambiamento climatico che può consistere nello stanziamento di fondi per raggiungere determinati targets quali obiettivi di riduzione delle emissioni di GHG Scope 1 e 2, obiettivi di riduzione delle emissioni di GHG Scope 3 e neutralità carbonica.
Il prototipo include anche una serie di aree informative aggiuntive, in particolare sull’allineamento con la tassonomia verde dell’UE e sull’esposizione finanziaria ai rischi climatici, infatti, alle aziende può essere richiesto di riportare dati storici, fino a tre anni, e prospettici come obiettivi climatici a 5, 10 o 30 anni.
Successivamente, l’EFRAG propone alle aziende di quantificare la loro esposizione finanziaria ai rischi climatici segnalando il costo finanziario dei rischi fisici in assenza di azioni di mitigazione e i rischi di transizione associati al progresso tecnologico e all’evoluzione dei comportamenti della società.
Queste proposte però verranno applicate soltanto alle società non finanziarie; gli assicuratori, le banche ed altri operatori saranno soggetti a diversi requisiti di reporting che saranno specificamente sviluppati dalle autorità di regolamentazione finanziaria dell’UE.
Il prototipo sarà ora sottoposto a un gruppo di revisione e ai membri dei nove sottocomitati EFRAG ed in seguito esaminato da un gruppo di esperti istituito dall’EFRAG. La data per la consegna del lavoro definitivo alla Commissione europea è prevista per metà del 2022.