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Report WorldGBC

Acqua: gli impatti del settore edilizio e come ridurre l’uso

Il settore edilizio e delle costruzioni ha un ruolo cruciale nell’affrontare la crisi idrica globale. È quanto evienziato da Building a water-resilient future, il documento pubblicato di recente dal World Green Building Council (WorldGBC), il network globale che riunisce le associazioni nazionali (Green Building Council) che operano nel settore dell’edilizia sostenibile.

L’emergenza idrica è un problema in costante e considerevole incremento che richiede un’attenzione urgente da parte di tutti i soggetti politici, istituzionali, pubblici e privati. Negli ultimi decenni, infatti, l’assenza di una pianificazione sistemica e a lungo termine e il cambiamento climatico hanno causato e aggravato l’entità della crisi a livello globale. E poiché gli edifici e le costruzioni sono responsabili di circa il 15% dell’utilizzo di acqua dolce, è importante valutare il ruolo dell’edilizia nel contribuire e mitigare questa problematica.

La necessità di un cambiamento da parte del settore delle costruzioni è evidente in tutte le fasi della catena di fornitura e si riflette su quattro dimensioni geo-spaziali dell’uso dell’acqua in edilizia, ossia supply chain, processi di costruzione, edifici e città e comunità. Infatti, l’acqua è fondamentale per produrre materiali e prodotti per l’edilizia (come il legno, il ferro, metalli vari, il calcestruzzo, il cemento), è usata in abbondanza durante la fase di costruzione vera e propria (si pensi per esempio alla miscelazione del calcestruzzo, alla pulizia dei siti o ai servizi per i lavoratori) e il consumo e la conservazione dell’acqua all’interno dei singoli edifici possono avere un impatto ambientale, economico e sociale significativo. Pertanto, è importante impegnarsi per rendere efficiente l’uso dell’acqua dolce sia in cantiere che per quanto riguarda la scelta dell’impiantistica e dei sistemi idrici delle costruzioni, individuando per esempio tecnologie di riutilizzo e riciclaggio, tanto quanto di efficientamento e manutenzione. Inoltre, le sfide coinvolgono i centri urbani nella loro interezza in quanto bisogna spesso far fronte a problemi legati all’insufficienza delle infrastrutture, al consumo e alle perdite di acqua, alla gestione delle acque reflue e al drenaggio.

Fonte: Building a water-resilient future, World Green Building Council

Il paper del WorldGBC si rivolge a tutti gli attori e gli stakeholder del settore dell’edilizia e delle costruzioni a livello mondiale ed è stato sviluppato in collaborazione con la rete dei 26 Green Building Council nazionali di tutto il mondo, oltre che con alcune delle aziende partner e una rete di oltre 30 esperti del settore individuati a livello mondiale.

I dati della crisi idrica

Secondo quanto evidenziato dal World Economic Forum (2023), si prevede che entro il 2030 si raggiungerà un divario pari a circa il 40% tra la domanda e l’offerta idrica a livello mondiale.

Oltre a questo allarme lanciato dal WEF, il paper evidenzia poi altri dati che delineano l’entità che la crisi idrica sta assumendo a livello globale. Per esempio, il 90% dei disastri naturali è legato all’acqua. Gli eventi meteorologici estremi stanno registrando un importante incremento a livello globale, generando un numero crescente di situazioni emergenziali, con una esposizione al rischio più elevata soprattutto per le comunità più vulnerabili.

Un quarto della popolazione mondiale non ha accesso all’acqua potabile. L’accesso universale all’acqua salubre e potabile è una delle principali sfide che le società si trovano oggi ad affrontare, in quanto fondamentale per sanare problematiche che minacciano la salute umana e ostacolano la crescita economica a livello globale. Attualmente due terzi della popolazione globale (quattro miliardi di persone) vivono in condizioni di grave carenza idrica per almeno un mese all’anno.

Anche a causa degli impatti del cambiamento climatico, ad oggi, poi, quasi il 70% dei territori globali vivendo una situazione di stress idrico (cioè quando viene prelevato più del 25% delle risorse rinnovabili di acqua dolce), e queste tendenze registrano continui aggravi e peggioramenti.

L’uso dell’acqua nell’edilizia e le strategie per affrontare la crisi idrica

Anche nel corso dell’ultimo vertice delle Nazioni Unite sul clima COP28 a Dubai si è lavorato per cercare di consolidare la consapevolezza su quello che è il ruolo cruciale ricoperto dall’ambiente edificato nell’affrontare il problema di come garantire un futuro equo e resiliente per tutti e tutte, e quindi nel far fronte alle sfide ambientali.

Il paper del WorldGBC mira a supportare responsabili politici, pianificatori, sviluppatori, progettisti e produttori nel riconoscere l’urgenza di sviluppare strategie sostenibili per promuovere la conservazione dell’acqua, l’efficienza e l’accesso equo a tale risorsa attraverso i principi di sostenibilità e circolarità.

Guardando alla supply chain, ad oggi la maggior parte dell’acqua utilizzata durante i processi produttivi non può essere riutilizzata direttamente per altri scopi e presenta un rischio di contaminazione per le acque locali.

L’acqua nella produzione di materiali e prodotti per l’edilizia è utilizzata sia in processi indiretti, come la produzione di energia, sia diretti, come per esempio per le reazioni chimiche per indurire il cemento. In generale, il documento segnala che i prodotti con più alto consumo di acqua sono il legno, il calcestruzzo e il cemento e che l’impronta ambientale dipende in larga misura dall’ubicazione delle risorse e dal progetto. Pertanto le decisioni sulla selezione dei materiali devono essere prese nell’ambito di un’analisi completa del ciclo di vita che consenta di confrontare i diversi impatti ambientali e i potenziali compromessi.

Fonte: Building a water-resilient future, World Green Building Council

L’acqua è poi utilizzata in abbondanza durante il processo di costruzione, poiché è richiesta in grandi quantità per attività quali la miscelazione del calcestruzzo, il controllo della polvere, il funzionamento delle attrezzature e i servizi per i lavoratori. Poiché la fase di costruzione è breve all’interno del ciclo di vita di un edificio, il monitoraggio del consumo di acqua non è una pratica comune. Alcuni studi hanno stimato un consumo compreso tra 500 e 3.500 litri per metro quadrato di superficie costruita, con i maggiori utilizzi attribuiti al controllo delle polveri (soprattutto nei progetti di demolizione), agli sbancamenti, all’intonacatura del cemento e alle strutture di assistenza.

È importante poi il sistema con cui è edificata una costruzione. All’interno degli edifici scorrono infatti due tipi di acqua, quella grigia e quella nera. Ad oggi strutturare un impianto e meccanismi idonei per poterle riusare e/o efficentarne l’uso è fondamentale. In particolare, l’acqua grigia è un’acqua di scarico con bassi livelli di contaminazione e quindi può essere facilmente trattata e riutilizzata in loco. Di solito proviene da lavandini, lavatrici, vasche da bagno e docce. Mentre le acque nere sono acque reflue altamente contaminate che richiedono un trattamento biologico o chimico e la disinfezione prima di essere riutilizzate. Di solito provengono da servizi igienici e cucine.

Si stima che gli impianti idraulici e gli elettrodomestici ad alta efficienza potrebbero far risparmiare circa il 40% dell’acqua utilizzata negli ambienti interni. Per esempio, dal paper emerge che solo negli edifici federali degli Stati Uniti si potrebbero risparmiare fino a 240 milioni di dollari all’anno e fornire acqua sufficiente a rifornire una popolazione di circa 1,8 milioni di persone.

Per ridurre gli sprechi e promuovere una gestione efficiente e sistemica, il network globale individua quindi alcuni “Principi di Gestione Idrica” per una gestione sostenibile della risorsa, che si allineano a quanto previsto da numerosi strumenti di valutazione e certificazione oggi presenti sul mercato a livello globale.

Al fine di ottimizzare le risorse i principi sono ordinati in base alle priorità delle misure da adottare. In primo luogo è importante prevenire gli usi non necessari e promuovere uno smaltimento appropriato, senza mettere in pericolo la salute umana o danneggiare l’ambiente. Gli altri tre dictat riguardano poi la misurazione, per capire quanta acqua è usata e ridurre le perdite e gli sprechi, la riduzione e il riuso ove possibile

Fonte: Building a water-resilient future, World Green Building Council